Israele, per ragioni di sicurezza, è pronta a fermare la ciurma di Greta. L’ex ambientalista Thunberg, riciclatasi in attivista pro-Palestina, è salpata il primo giugno da Catania sulla nave Madleen con undici compagni. L’obiettivo è di arrivare a Gaza, e però ieri sera il portavoce delle Forze di Difesa israeliane, intervistato dal Times of London, ha stroncato gli entusiasmi dei naviganti. Israele intende bloccare la Freedom Flotilla Coalition, di cui fa parte il veliero Madleen. «In questi anni», ha spiegato il portavoce israeliano, «abbiamo acquisito esperienza, e agiremo di conseguenza». Prima della partenza, e della raffica di selfie e video sorridenti, Greta era scoppiata in lacrime, ovviamente a favore di telecamere: «Dobbiamo continuare a provare, perché il momento in cui smettiamo di provarci è quello in cui perdiamo la nostra umanità».
La missione, una vacanza di inizio estate, segue il viaggio del mese scorso quando un’altra nave della flottiglia era stata danneggiata: il gruppo ha accusato Israele di averla attaccata con droni, ma invero provenivano dalla Grecia. Mayday, mayday, mayday: vogliono affondare Greta. Vogliono bombardare la paladina dei Fridays for Future che ogni venerdì hanno intasato le strade? Ci pare eccessivo. In ogni caso, per non sbagliarsi, ore prima che Israele comunicasse l’intenzione di fermare la Crociera Thunberg, un dispaccio di Alleanza Verdi Sinistra ha tirato in ballo il governo “delle destre”, ma non quelle israeliane.
«Il primo giugno», ha informato l’europarlamentare Cristina Guarda, «un elicottero della Marina Miliare ha sorvolato a bassa quota la nave Madleen, che salpava dal porto di Catania. È un fatto gravissimo e inquietante», ha continuato, «che mi è stato riferito dai membri dell’equipaggio. Meloni e Crosetto devono spiegare il perché di questo fatto». In effetti era da un quarto d’ora che qualcuno non invocava spiegazioni da parte del presidente del Consiglio. Il tema è superfluo, l’importante è che la Meloni vada a riferire in aula, come quando qualche giorno fa la dem Laura Boldrini ha urlato che la premier doveva «fare qualcosa» per mettere fine agli scontri tra India e Pakistan. «Presidente del Consiglio, faccia qualcosa». D’accordo, ma cosa? Chissenefrega, qualcosa.
Torniamo alla bonelliana Guarda, la stessa che a Bruxelles – era marzo – si è sbagliata a votare sul Piano di riarmo: «Siamo andati a ricontrollare la votazione», aveva riferito, «e abbiamo sbagliato tutti e tre», gli altri due erano Benedetta Scuderi e Ignazio “il Marziano” Marino. «È stato un momento di défaillance». Può succedere di confondersi, i tasti sono due. Comunque: Greta viaggia in direzione della Striscia. La ciurma ride, l’ex treccioluta si mette in posa a prua – si crede Rose del Titanic e però non si vede alcun Di Caprio – e altri cantano a poppa. Uno dei passeggeri anti Israele, tale Thiago Avila, brasiliano, si è messo a strimpellare con la chitarra. Ma come: questi rischiano di fare compagnia ai tonni e si danno alla musica? Tanto più che la Guarda ci mette ulteriore angoscia: «È giunta la notizia che nella notte la nave è stata sorvolata da alcuni droni. Esprimo solidarietà all’equipaggio, la cui incolumità dev’essere garantita e» – la tensione si taglia a fette – «lancio un appello affinché sia rispettato il diritto internazionale. Il sorvolo dell’elicottero della Marina a Catania ha suscitato forte inquietudine e non può passare sotto silenzio. L’Italia deve garantire che le missioni umanitarie non siano ostacolate né intimidite: attendo risposte urgenti dal governo».
Vuoi vedere che Greta la bombarda la nostra Marina Militare? La svedese, prima di sapere che Israele non sta prendendo bene questa crociera, si era confidata col sito Middle East Eye: «C’è un grande rischio di essere fermati lungo il percorso, ma stiano cercando di arrivare a Gaza e ci stiamo organizzando». È intervenuta perfino la direzione nazionale di Rifondazione Comunista, dunque la ciurma di Greta è davvero in pericolo: «Solidarietà alla Freedom Flotilla. Si garantisca l’incolumità degli attivisti, si rispetti il diritto internazionale. Questa mattina è giunto un allarme gravissimo: droni israeliani stavano sorvolando l’imbarcazione della flottiglia e l’equipaggio è stato costretto a indossare i giubbotti di salvataggio. Chiediamo con forza», hanno aggiunto i Comunisti, «che i media italiani e internazionali accendano i riflettori su quanto sta accadendo nel Mediterraneo, e che le istituzioni europee e italiane si assumano la responsabilità di proteggere chi pacificamente sfida l’illegalità dell’assedio israeliano». O è colpa del governo italiano, o dei media italiani, o di entrambe. Saputo dell’allarme rilanciato perfino dai Comunisti, sul veliero hanno iniziato a intonare “Bella ciao”.