Il referendum? Un flop. I tentativi della sinistra di far passare i cinque quesiti promossi - tra gli altri - da Cgil e Partito democratico, sono stati vani. Niente quorum, ma un misero 30 per cento. Una cifra ben al di sotto delle aspettative. "Se si fosse raggiunto il 40% di affluenza alle urne sarebbe stato certamente un buon risultato, ma sotto il 35% è certamente un esito insoddisfacente", sottolinea Massimo Cacciari.
Lui, ex sindaco di Venezia e filosofo, a votare ci è andato ma si dice convinto che "lo strumento referendario non è efficace per mobilitare la gente". Non solo. Intervistato da Affaritaliani.it, Cacciari parla di "una totale inesistenza di informazione da parte dei media fino a pochi giorni fa. Certamente siamo di fronte a un risultato insoddisfacente". La colpa però non sarebbe di Elly Schlein: "La ragazza si è data da fare, tardivamente, ma ha insistito su una linea che io condivido anche se forse è stata poco motivata e ha avuto poca strategia. Ma se il Pd fosse in mano a persone come Gentiloni, Letta e Renzi ormai oggi non esisterebbe più, sarebbe politicamente morto".
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Il day after è quello in cui ci si leccano le ferite. E a sinistra sono parecchie. Questo referendum rischia di m...In ogni caso, "se vota meno del 50% per le elezioni politiche era impossibile pensare che si arrivasse al 50% più uno. Questo avrebbero dovuto capirlo anche i promotori. La gente ne ha le palle piene di andare a votare. E poi se la minoranza del Pd, che ha fatto campagna per alcuni NO contro la linea di Schlein, fosse più intelligente si sarebbe raggiunto probabilmente il 40%. Ma così, ampiamente sotto il 35%, è certamente un chiaro insuccesso".