Così il teologo cattocomunista è tornato un prete cattolico

Tra i fondatori della Teologia della Liberazione, oggi si riconosce appieno in Papa Leone e sferza i suoi ex compagni
di Marco Respintimartedì 2 settembre 2025
Così il teologo cattocomunista è tornato un prete cattolico

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«Vescovicattolici dell’America Latina, dite qualcosa di cattolico: imbevuti ancora di Teologia della liberazione marxista (Tdl), non lo fate più». Lo scrive nientemeno che padre Clodovis M. Boff, sacerdote servita brasiliano, profeta della Tdl ieri e oggi catto-comunista eccellente più che pentito. La Tdl nacque sul finire degli anni 1960 e spadroneggiò nei due decenni successivi. Nel Nicaragua degli anni 1980 alcuni suoi esponenti, ecclesiastici, divennero persino ministri del regime comunista che pure perseguitava la Chiesa Cattolica. Lo sfogo clamoroso di Boff (misurato e perbene come si confà a un uomo di Chiesa che ha conservato il senno e il tatto del suo rango, ma non per questo meno profondo e allarmato) ha la forma di una lettera al Celam, il coordinamento degli episcopati latinoamericani e caraibici. I responsabili, cioè, della Chiesa di quello che è più che un continente: una porzione enorme della cattolicità, persino un pezzo del suo futuro, la patria di un Papa recente. Insomma, il mondo sabotato proprio da Boff e compagni (in tutti sensi).

L’occasione è stata la 40esima Assemblea generale ordinaria del Celam, svoltasi a Rio de Janeiro, nel Brasile di Boff, a fine maggio ed è esplosa come una bomba nella traduzione inglese pubblicata più tardi da First Things, mensile traboccante pensiero e firme del cattolicesimo conservatore statunitense. First Things è cresciuto seguendo il magistero di Giovanni Paolo II, che, con il cardinale Joseph Ratzinger alla Congregazione per la dottrina della fede, fu il maglio che stroncò la Tdl; ed è proprio il Papa santo polacco, assieme al regnante Leone XIV, che l’oggi fedelissimo Boff, abbandonati i panni del rivoluzionario eretico, impugna per scudisciare con carità e fermezza il Celam. «Leggo il vostro elenco di “lamentele” e “sfide” odierne, e vedo che non è altro che ciò che dicono giornalisti e sociologi comuni». Voi «ripetete sempre lo stesso ritornello: sociale, sociale, sociale. Lo fate da più di cinquant’anni».

Boff lo ripete da tempo. Nel 1985 la Congregazione di Ratzinger (progressista da giovane pure lui, ai tempi in cui la Tdl incubava) lo estromise dall’insegnamento nelle facoltà teologiche per eterodossia. Fino al 2007 Boff ha vagato nel mare della Tdl, poi ha guadagnato la riva. Nell’ottobre di quell’anno pubblicò un saggio divenuto memorabile, Teologia da Libertação e volta ao fundamento («Teologia della Liberazionee ritorno al fondamento»), sull’autorevolissima Revista Eclesiástica Brasileira, per decenni uno dei veicoli privilegiati proprio della Tdl marxista. Per quel saggio padre Clodovis è stato disconosciuto dal fratello Leonardo Boff, altro celeberrimo teorico della Tdl: sacerdote francescano dal 1964, censurato pure lui nel 1985 dalla Congregazione Ratzinger, nel 1992 si è spretato (voleva un figlio e farsi ribattezzare con un rito non cattolico).

Nato nel 1944 da una famiglia oriunda veneta, Clodovis Boff è stato fortemente influenzato dal pensiero del filosofo marxista francese Louis Althusser, sposandolo poi alla retorica delle «comunità ecclesiali di base» (l’esperimento massimo del “vangelo sociale” latinoamericano che per strada si è perduto Cristo). Però è sempre stato un uomo serio, rigoroso e quindi autentico. Ha continuato il cammino e nel 2023, per i tipi dell’editore Ecclesiae di Campinas, in Brasile, ha messo tutto il proprio pentimento lucido e ponderato dentro un libro, A crise da Igreja Católica e a Teologia da Libertação (La crisi della Chiesa Cattolica e la Teologia della liberazione). La congiunzione «e» nel titolo è causale, non casuale. Di fatti in Brasile la fede è crollata, come pure nel resto del mondo latinoamericano e altrove anche. «Cari fratelli maggiori», ha appena ripetuto nella lettera al Celam, «non vedete che questa musica sta diventando noiosa? Quando ci darete la buona novella su Dio Padre, Cristo e il suo Spirito? Sulla grazia e sulla salvezza? Sulla conversione del cuore e sulla meditazione della Parola? Sulla preghiera e sull’adorazione, sulla devozione alla Madre del Signore e altri temi simili? Quando, infine, ci annuncerete un messaggio veramente religioso e spirituale?». IL cattolicesimo marxista è morto, sbagliato sin dal principio, ma nella prefazione al libro di Boff di due anni fa don Leandro Rasera, giovane prete di São Paulo, osservava acutamente: «il “peccato originale” della Tdl permane a causa della “fitta nebbia mentale” che ha colpito la teologia contemporanea negli ultimi decenni». Adesso i vescovi hanno il dovere di ascoltare l’allarme di Boff. In America Latina e ovunque.