Un chilo di esplosivo sotto l'auto di Sigfrido Ranucci. È quanto accertato dagli investigatori intervenuti dopo l'esplosione che ha coinvolto le macchine del giornalista di Report e della figlia parcheggiate davanti casa a Pomezia. Dai primi rilievi, sembra che l'ordigno sia stato piazzato tra la vettura e un cancello. I residui sono stati sequestrati e verranno sottoposti ad accertamenti. Intanto la piena solidarietà è stata espressa da tutti.
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso "piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l'indipendenza dell'informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere". "Fatto di una gravità inaudita e inaccettabile" afferma anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. "Ci sarà il massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori. Ho dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione" dichiara il ministro Piantedosi.
A parlare del grave fatto anche Roberto Saviano. "Quello che è accaduto stanotte a Sigfrido Ranucci non riguarda solo lui, ma il clima che stiamo accettando - scrive lo scrittore sui social -. Quando si decide che un giornalista può diventare un bersaglio, significa che qualcuno vuole stabilire che certi argomenti non si devono toccare. La delegittimazione — che è cosa ben diversa dalla critica — mira ad attaccare non le idee o il lavoro, ma la persona. E quando si trasforma qualcuno in un bersaglio pubblico, prima o poi qualcuno penserà di poter colpire anche fuori dallo schermo. A Sigfrido va la mia solidarietà. Continuare a raccontare, oggi, è già un atto di resistenza civile".