Libero logo

Ranucci, Giuliano Ferrara impensabile: "Ecco perché mi ha stupito"

di
Libero logo
martedì 21 ottobre 2025
Ranucci, Giuliano Ferrara impensabile: "Ecco perché mi ha stupito"

2' di lettura

Complimenti a Sigfrido Ranucci arrivano da Giuliano Ferrara. Dopo la solidarietà espressa per l'attentato subito, ecco che il giornalista plaude il collega. Il motivo? Due dichiarazioni: "Sento lo stato vicino, ha detto, e non vedo mandanti politici, ha aggiunto." Per il fondatore del Foglio "invece di pucciare il biscotto in quel cappuccino troppo zuccheroso, Ranucci ha scelto una linea sobria che smentisce Ranucci. Il che mi rende ghiotto il proposito di smentire me stesso o almeno i miei sospetti".

La ragione è chiara: "In prima battuta - è il mea culpa di Ferrara - ero quasi sicuro che la bomba di Pomezia, oltre che un elemento truce e manigoldo di minaccia a uno per educarne cento, fosse destinata a essere la nuova occasione o pretesto per l’ennesima consacrazione di una vittima di stato sotto abbondante scorta di stato, delegittimata dagli apparati mandanti di strage ma legittimata dalla protezione pubblica della polizia di stato e dal suo leggendario e incantato alone mediatico". E se è indubitabile l’ansia a fronte di minacce e avvertimenti loschi, "è altrettanto certo che spesso disagio e ansia si sono tramutati in una commedia del perseguitato, all’insegna di ombre oscure che inseguono la sagoma inconfondibile del giornalista investigativo, dello scrittore civile, del pubblico funzionario o magistrato scortato dalla propria aureola di vittima e protagonista di una vita rubata".

Ranucci, arrestato ad Abu Dhabi l'assassino di "Passerotto". Mafia albanese, la pista dietro l'attentato?

Potrebbe essere "Passerotto" la chiave per capire chi c'è davvero dietro alla bomba che gioved&igra...

Di fronte a tutto questo, però, "le dichiarazioni di Ranucci incrinano un modello in cui tanti si sono rispecchiati senza complessi e anche, in certi casi, senza alcun pudore. Stato vicino e protettivo, no mandanti e serpenti sotto le foglie: ci vuole una certa faccia tosta, una bella cosa, a smentire il romanzo d’appendice della collusione. Lo schemino ideologico degli apparati sempre deviati, dello stato sempre complice dell’antistato, insomma la lagna dell’eroe che fa pubblicistica e politica nella veste della vittima predestinata dell’orco politico".