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Ratzinger, il racconto di Farinotti: "Ecco la lettera che mi ha inviato"

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Pino Farinotti
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Joseph Ratzinger non c'è più. È un dolore generale, e mio in particolare, perché, pur non avendolo mai incontrato, ho avuto un rapporto con lui. C'è un altro legame, se posso chiamarlo così, non particolarmente speciale, è la comune data di nascita, il 16 aprile. Credo che la vicenda meriti di esse re raccontata. Aprile 2005, la San Paolo pubblica il mio romanzo "7 km da Gerusalemme", diventerà il caso letterario dell'anno. Tradotto in varie lingue gli saranno attribuiti alcuni dei più importanti premi, non solo italiani. Il responsabile della San Paolo fa recapitare il libro al cardinale Joseph Ratzinger, che ha già scritto sei volumi di teologia per la Casa, e gli chiede se sia disposto a presentarlo insieme a Francesco Alberoni. Ratzinger legge e accetta. Il 24 di quel mese viene eletto papa e... avrà altre priorità.

 

 

 

La Rai produce il film, diretto da Claudio Malaponti. In sintesi estrema il contenuto del romanzo. Alessandro Forte, pubblicitario alla deriva, abbandonato da moglie e figlia, si trova, per circostanze indecifrabili, a camminare sulla strada che da Gerusalemme va a ovest verso il mare. Non lontano dal villaggio di Emmaus viene avvicinato da uno strano personaggio vestito di una semplice tunica. "Sembri proprio un Gesù. Bravo. Ti farei un'offerta ma non ho soldi." "Ti sbagli, non chiedo offerte." "Cosa fai, una performance?... sei un attore.?" "No." "Insomma, chi sei?" "Sono io sono quello vero." "Sarebbe?" "Sono Gesù." Alessandro, laico, razionale, naturalmente non gli crede, ma l'altro porta argomenti che sembrerebbero convincenti e nasce un dialogo fra i due che porterà molto lontano fino alla Sacra Sindone e alla rivelazione che l'uomo "ritratto" non era affatto Gesù, anzi... C'erano gli elementi per un dibattito. Eccome se c'erano.

 

 

 

In un clima particolare, silenzioso, il film venne proiettato in una sala del Vaticano. Presenti un centinaio di porporati che, a poco a poco si assottigliavano durante la proiezione. Ne rimasero pochi. Nelle settimane successive, nell'ambito della Chiesa il dibattito si fece forte. C'erano idee diverse, ma i più, intransigenti, conservatori, non gradivano un Gesù quasi pentito e che si identificava col ladrone. Seduto vicino a me in sala, don Roberto, uno degli editor della San Paolo mi aveva detto: «Hai proposto un dio ateo, scardinato un paio di ortodossie non da poco. Qui ti va bene se non ti scomunica no». Confesso che nei mesi successivi una certa apprensione la provavo. Sono, seppure con legittimi dubbi, credente. Finché, il 16 maggio del 2006, ricevetti una lettera. Da uno dei porporati, non presente quel giorno nella sala ma al quale la San Paolo aveva spedito il dvd. Era uno che contava, Ratzinger, papa Benedetto XVI. E così... niente scomunica. Anzi.

 

 

 

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