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Vittorio Feltri incenerisce Sanremo: "Razzismo contro i vecchi"

Vittorio Feltri
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Chissà perché un vecchio mobile e persino una vecchia macchina sono apprezzati, ricercati e quindi ammirati. L’antiquariato suscita entusiasmo e per acquisirlo le persone sopportano sacrifici economici notevoli. Un oggetto del Settecento o dell’Ottocento infatti costa caro e solo i ricchi possono comprarlo senza difficoltà. Se invece si tratta di uomini e donne che hanno superato i settanta anni, peggio ancora gli ottanta, vengono disprezzati e addirittura banditi dal consorzio civile. Ieri ho letto un pregevole articolo sul Giornale, firmato dall’ottimo Paolo Giordano, che mette in risalto il rifiuto sociale delle persone anziane. Il bravo giornalista pone in evidenza i commenti orribili divulgati dai social riguardanti alcuni personaggi invitati al prossimo Festival di Sanremo.

 

 

I due più sbeffeggiati in modo volgare sono Ornella Vanoni, artista ineguagliabile, e Gino Paoli, che peraltro ha 89 anni. La cantante, che pure, nonostante l’età, più di ottanta primavere, è ancora in grado di fornire prestazioni canore di alto livello, viene sfottuta a sangue per questioni anagrafiche, mentre lui, l’uomo che vedeva il cielo in una stanza, benché in forma smagliante, è considerato una specie di reperto archeologico. Così si sfondano i limiti non solo della buona educazione, ma anche quelli della decenza. La Vanoni è un simbolo della musica italiana, e Paoli la insegue a ruota. Ciò non basta a metterli su un piedistallo, anzi li spinge in basso alle porte dell’inferno.

 

 

Sono soprattutto i giovani a maledire i campioni del passato vivi e vivaci. È uno scandalo insopportabile, una mancanza di rispetto e di intelligenza nei confronti di noi vecchi: se non ci fossimo e non ci fossimo stati non ci sarebbero ora tanti smidollati che pur non sapendo cantare, ignorando i canoni della melodia, vengono ascoltati e applauditi da un pubblico che brilla per la sua ignoranza. L’odio nei confronti degli anziani è la peggiore forma di razzismo. Qualcosa di ripugnante. Ai giovanotti che ci deridono possiamo soltanto dire di non illudersi: se vorranno campare a lungo, cosa che non auguro loro per disistima, saranno costretti a incanutire. Se viceversa detestano la terza età potranno crepare presto e smetterla di prendere in giro chi è stato capace di vivere a lungo, ciò che riesce a pochi eletti. Un’ultima considerazione: sfottere le persone attempate equivale a dileggiare i genitori, che hanno soltanto una colpa, quella di aver messo al mondo troppi deficienti. 

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