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Russia, Vittorio Feltri: "Feccia dell'umanità? Perché tutti li odiano"

Vittorio Feltri
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In un saggio breve e apprezzabile, Gianni Pardo spiega perché la Russia è fortemente odiata da quasi tutti, anzi tutti i popoli, benché non sia l’unico Paese ad averne combinate di ogni colore. Condivido la sua analisi sebbene non mi spieghi il motivo per cui Mosca sia considerata peggio di Berlino o di Londra o di Roma. Evidentemente anche chi non è digiuno di storia, forse non ha una gran memoria. Infatti non si può dire che la Germania hitleriana si sia comportata in modo signorile sul finire degli anni Trenta e all’inizio dei Quaranta. Chiedere in proposito informazioni agli ebrei e non solo a costoro. L’Inghilterra, la stessa Francia praticando il colonialismo hanno fatto sfracelli, e Roma in tempi remoti a Cartagine (Carthago delenda est) ha compiuto stragi orrende. Ma nessuno ricorda nulla di ciò, mentre continua a considerare la Russia una macelleria, cosa peraltro vera.

 

 

E veniamo all’America che in Giappone con le bombe atomiche ha sterminato centinaia di migliaia di persone, poi non paga ha giustiziato in Vietnam un numero impressionante di cittadini, e sorvoliamo sull’Iraq e l’Afghanistan. La realtà è sotto gli occhi di tutti i quali però preferiscono chiuderli piuttosto che prenderne atto per non disturbare la propria coscienza inquinata dalla propaganda. Non dico questo per giustificare la condotta di Putin, ci mancherebbe. Affermo unicamente che giudicare i russi come la feccia dell’umanità è un errore che si evince ripassando la storia, maestra di vita. Essi non sono i soli al mondo a dover recitare il mea culpa, invece contro di loro ci si accanisce come se fossero gli unici sul pianeta ad aver commesso delle iniquità. Esercitare una critica nei confronti di Mosca è legittimo e doveroso, ma pure l’autocritica verso se stessi dovrebbe essere obbligatoria.

 

 

Non si tratta di autoassolversi, ci mancherebbe, ma soltanto di prendere atto di ciò che l’umanità nei secoli è stata capace di commettere con una crudeltà e una ferocia che non ha nulla da invidiare alle nefandezze russe. E i signori di Kiev non dovrebbero trascurare un dato importante: la gran parte dei cittadini ucraini parla la stessa lingua dei loro fratelli invasori. La pace si ottiene stringendosi la mano fra parenti, se non sono serpenti. Un’ultima considerazione personale. Quando avevo sì e no 14 anni lessi le Notti bianche di Fëdor Dostoevskij, un libro meraviglioso che mi ha cambiato non certo in peggio la vita. L’autore ovviamente è russo e me lo sento più vicino dei miei conterranei orobici. L’odio non è un buon condimento sociale. 

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