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Il narcisismo social ha peggiorato tutto: l'analisi di Feltri

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Vittorio Feltri
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 Gli ultimi fatti di cronaca relativi alle violenze sessuali di gruppo avvenute sia a Palermo che a Caivano impongono riflessioni e provvedimenti urgenti che, a mio avviso, non possono consistere nella castrazione chimica, misura che incontra un largo consenso popolare ma che pure ha il carattere della vendetta e non realizza quel principio della giustizia riparativa sul quale dovrebbe poggiare il nostro ordinamento. Sarebbe più utile intervenire sul piano educativo e culturale, iter sicuramente più lungo e complicato, ma anche più efficace per costruire una società in cui le nostre figlie e le nostri nipoti non siano mai più adoperate alla stregua di oggetto sessuale da parte di un branco di delinquenti, sempre più spesso minorenni, il che è alquanto inquietante.

Si tratta di un fenomeno di epoca recente e lo posso confermare io stesso, avendo alle spalle ben sessant’anni di attività all’interno delle redazioni, dove cominciai occupandomi dapprima di musica e cinema e subito dopo proprio di cronaca nera. Nel Novecento e agli albori del nuovo millennio questi crimini compiuti dal gruppo, dove ciascun individuo – è opportuno specificarlo – ha una responsabilità penale individuale che non può assolutamente scaricare sulla comitiva, erano rarissimi. Negli ultimissimi anni, invece, il loro susseguirsi è incalzante, tanto che è anche lievitato il numero dei minorenni autori di questo genere di delitti i quali si trovano all’interno delle comunità sparse sul territorio nazionale. Insomma, lo confermano dati e statistiche, non è semplicemente una nostra percezione.

 

 

 

Mi sono chiesto, dunque, per quale ragione oggi si verifichino più di ieri. Il dilagare della pornografia, secondo me, non è una motivazione determinante, quantunque sia naturalmente convinto che certi contenuti possano deviare la sessualità di creature in sviluppo e, quindi, l’accesso tramite il telefonino ai siti vietati ai minori dovrebbe essere reso impossibile, ma sappiamo che, al contrario, esso è molto agevole.

C’è un dato ricorrente, se ci pensiamo bene, al di là della condivisione del delitto e della violenza di carattere sessuale, nonché di quello della giovanissima età sia delle vittime che degli stupratori: l’elemento che emerge con prepotenza ritengo che sia la natura prettamente esibizionistica dell’azione criminale.

 

 

 

E' su questo che dovremmo focalizzarci per comprendere le cause che ci hanno condotto ad una simile deriva umana e civile e di qui eliminarla. Si stupra per filmare l’abuso e per poi fare girare il video sugli iPhone degli amici o per caricarlo sui social network. E' questo l’obiettivo fondamentale della violenza in sé, cosa agghiacciante, in quanto ne deriva che i soggetti autori della tortura non nutrono la benché minima consapevolezza della assoluta gravità delle loro azioni, tanto che queste rappresentano un motivo di vanto, di riconoscimento sociale, la prova del loro valore e non della loro miseria, la dimostrazione del loro essere maschi e non l’inconfutabile segno di mancanza di virilità, dal momento che chi ricorre alla forza non è per ciò stesso più uomo bensì per ciò stesso meno potente, ovvero un vigliacco, la realizzazione dell’esatta antitesi del concetto di mascolinità.

L’esibizionismo imperante, alimentato dai social network dove ciascuno quotidianamente tenta con ogni mezzo di apparire e farsi notare per godere del suo momento di popolarità, che sia negativa o positiva poco importa, è divenuto tanto malato da indurre sempre più frequentemente i ragazzi a macchiarsi di reati così orribili come la violenza sessuale di branco. Basti considerare che il minorenne accusato di avere partecipato allo stupro di Palermo che, nel frattempo, ha compiuto i 18 anni, è stato dapprima scarcerato in quanto il Gip ne aveva sottolineato la resipiscenza, ovvero una sorta di lucida coscienza del proprio errore unita alla volontà di intraprendere un percorso di rieducazione, e poi arrestato di nuovo proprio perché il neo-maggiorenne in questione ha caricato su TikTok numerosi video in cui si compiaceva di avere preso parte alla sevizia. 

 

 

 

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