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Ma Maroni accende la micciaSindaci, non fate pagare l'Imu

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Il numero uno leghista lancia la disobbedienza civile e l'obiezione fiscale contro il pagamento della tassa sulla casa

Matteo Legnani
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Con la svolta anti-tasse del Carroccio, converrebbe acquistare casa e trasferire la residenza in qualche Comune a guida leghista, visto che «il prossimo primo maggio nel nostro raduno a Zanica lanceremo la disobbedienza civile e l'obiezione fiscale contro il pagamento dell'Imu». L'appello parte da Roberto Maroni, che lo ha lanciato ieri, nel corso di un incontro elettorale svoltosi a Duino Aurisina, in provincia di Trieste. «Invitiamo anche i nuovi sindaci - ha aggiunto il triumviro leghista - a seguirci perché questo dell'Imu è un vero e proprio attentato al buon senso». Aderisce subito il governatore del Piemonte Roberto Cota: «Per ribadire la nostra posizione nei confronti del governo Monti, soprattutto per quanto riguarda l'Imu, una tassa ingiusta sia per la gente sia per gli amministratori locali» e che si trasforma «una doppia truffa perchè i sindaci non riescono a fare quadrare i bilanci, ma i soldi della tassa sulla casa non vanno a loro». Si smarca il Pd, con il responsabile Enti Locali, Davide Zoggia, che invece accusa i padani di «aver portato il paese sull'orlo del baratro» e punta il dito sul «federalismo fiscale che tanto aveva invocato e che divenne addirittura oggetto di ricatto per l'appoggio al governo Tremonti-Berlusconi». L'Imu, ammette, è pesante per famiglie, «ma è l'unico modo per impedire ai Comuni di chiudere. Ci auguriamo che possa essere sostituita al più presto con un'imposta più equa sul patrimonio». Ma l'argomento vede una concorrenza aperta e bipartisan ad accaparrarsi i voti dei cittadini scontenti dell'imposta sulle proprietà immobiliari Sono già oltre 300 gli amministratori che, in tutta la Penisola, hanno firmato la mozione anti-Imu proposta dai Tea Party Italia, in cui si chiede ai Comuni di applicare la percentuale minima dell'imposta, abbassandola dello 0,2 per cento. Inoltre, sempre contro l'Imu, il Tea Party del Friuli Venezia Giulia ha finora raccolto 6mila firme. L'iniziativa “contagia” anche altri sindaci e Comuni italiani, che scendono in campo contro l'Imu. A organizzare il dissenso è l'Anci, che lancerà una campagna informativa per i cittadini e i contribuenti nel corso di un incontro con la stampa a Roma, il 2 maggio, presso la sede dell'Associazione. «I cittadini, le famiglie e le imprese devono sapere che dietro la sigla Imu che evoca i municipi - si ribadisce in una nota - si nasconde una tassa dello Stato che i Comuni non possono neanche riscuotere liberamente». Scopo dell'iniziativa, viene sottolineato, è rendere i cittadini «partecipi della grave situazione che da tempo l'Anci denuncia in tutte le sedi istituzionali, senza che le autorità governative ne traggano le necessarie conseguenze».  Trovano subito l'attenzione di Maurizio Sacconi, del Pdl, secondo il quale il gettito dell'Imu deve andare ai Comuni visto che «l'anticipo al 2012 dell'entrata in vigore dell'imposta municipale prevista dal Federalismo fiscale è stato attuato in via sperimentale dal governo». L'ex ministro del Welfare inserisce la richiesta in una mozione al Senato, in cui si auspica la piena attuazione del federalismo fiscale, definito un «imponente processo di razionalizzazione della spesa» che «quindi costituisce la spending review già attuata, in relazione a questo comparto». L'invito al governo è quello di adottare i iniziative perché «l'Imu dal 2013 sia razionalizzata e corretta in modo da assicurare la destinazione dell'intero gettito ai Comuni, compensando con una riduzione delle altre compartecipazioni a tributi erariali».    

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