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Gli ex An lasciano Berlusconiil Pdl si frantuma

Ignazio La Russa Maurizio Gasaparri

La candidatura di Berlusconi ha spaccato il partito: cresce la fronda di chi non vuole allontanarsi dalle posizioni di Monti

Lucia Esposito
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  di Marco Gorra  Il Popolo della libertà è ad un passo dall'esplosione. Già stasera il primo pezzo si staccherà, con l'uscita pilotata della componente larussiana e gasparriana degli ex An.Ma l'ipotesi, sempre più concreta, che Mario Monti scenda in campo fa sì che i movimenti più interessanti siano quelli al centro. Che la presa di posizione pressoché unanime della delegazione italiana del Pdl all'Europarlamento in favore di Monti sia da leggersi come segnale nemmeno tanto in codice diretto al Professore è opinione diffusa (anche perché il capodelegazione pidiellino a Strasburgo è Mario Mauro, ovvero uno degli esponenti politici di maggiore rilievo vicini a Comunione e liberazione, movimento non proprio sprovvisto di peso elettorale). E che ci sia tanta convergenza moderata verso il Professore è un dato di fatto. Se i supporter di lunga data di Monti - Pier Ferdinando Casini e Luca Cordero di Montezemolo in testa - fiutano l'aria fattasi favorevole e spingono sul pedale del gas (il leader dell'Udc annuncia l'arrivo della lista Monti entro la Befana), anche nel Pdl si cerca di accelerare i tempi. La prima tappa di questa accelerazione potrebbe arrivare già domenica, col battesimo di una nuova area che ha in Angelino Alfano il proprio punto di riferimento. Qui si troveranno politici pidiellini dalle più diverse provenienze: ci saranno ex An come Gianni Alemanno ed Andrea Augello, cattolici come il citato Mario Mauro, il gruppo di Magna Carta (Maurizio Sacconi, Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella), europeisti senza se e senza ma come Franco Frattini (che non a caso ieri ha messo in chiaro di «non potere consentire una campagna elettorale contro l'Europa: piuttosto mi ritirerei»). Un mix di cattolicesimo, europeismo e montismo. Il segretario del Pdl, su cui i cattolico-liberali hanno intenzione di puntare fino all'ultimo, è visto come la figura più indicata - se non l'unica - per incarnare una sintesi del gruppo. Anche perché - è la convinzione diffusa - se Monti dovesse alla fine candidarsi, Berlusconi smobiliterebbe l'operazione candidatura lasciando campo libero all'ex Guardasigilli. «Montiani noi? Semmai alfaniani...», chiosa a sera un promotore del progetto. Stesso giorno, scena diversa. Sempre domenica infatti inizierà a scaldare i motori l'inedito ticket Giorgia Meloni - Guido Crosetto. I due, che pure quanto a retroterra avrebbero da spartire meno di niente, si trovano oggi su posizioni sostanzialmente analoghe. Entrambi in sofferenza rispetto alla linea sia del Pdl sia delle famiglie politiche di appartenenza, stanno cercando una via in grado di coniugare antimontismo incompromissorio ed affrancamento dalle posizioni più marcatamente berlusconiane. Il pressing per coinvolgere nella partita anche il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, leader del movimento dei Formattatori del Pdl, è ancora in corso. La Meloni, intanto, torna sulla polemica innescata da Alfano contro Marcello Dell'Utri schierandosi a fianco del segretario: «In un Pdl nel quale vorrei rimanere ci sono persone a cui sarebbe bene chiedere passo indietro. Dell'Utri è una di queste». Quanto alla galassia degli ex An, l'unica certezza è che lo spacchettamento soft a scopo alleanza con Berlusconi di una parte dei reduci di via della Scrofa si farà. L'operazione (nome di lavorazione “Centrodestra italiano”), ispirata e benedetta dal Cavaliere, vedrà coinvolta l'area di Destra protagonista, facente capo ad Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri. Questa sera il coordinatore ed il capogruppo al Senato riuniranno i propri fedelissimi a cena per mettere nero su bianco i contorni dell'operazione e capire su quante adesioni potrà contare il progetto. L'idea di tentare di coinvolgere pure la Meloni, ancorché impervia, resta sul tavolo. La lista degli ex An non sarà la sola ad allearsi col Cav. È infatti in dirittura di arrivo una lista centrista cui stanno lavorando Mario Baccini, Carlo Giovanardi, Gianfranco Rotondi, Saverio Romano ed il redivivo Clemente Mastella. Lo scopo di questa operazione è contenere l'emorragia di consensi verso il centro e tagliare quanti più rifornimenti possibile ai serbatoi della lista Monti.Lista a proposito della quale va registrato l'aumento del pressing dei centristi sul premier. L'evento fondativo del partito dei Forza Monti resta in calendario per il 20 dicembre. Nome (“Rimontiamo l'Italia”) e simbolo sono già pronti, e c'è chi giura che quel giorno, a un bel momento, arriverà una telefonata in diretta da Palazzo Chigi.    

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