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Forza Italia, Silvio Berlusconi al Colle: le richieste del Cav, le risposte di Giorgio Napolitano

Giulio Bucchi
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Due richieste e un avvertimento, che a sinistra prendono come minaccia. Il confronto tra Silvio Berlusconi e il presidente Giorgio Napolitano al Colle lascia l'amaro in bocca al Cavaliere, che sarebbe stato ricevuto con freddezza dal Capo dello Stato. La nota ufficiale del Quirinale, arrivata nella serata di mercoledì, d'altronde sottolineava come l'incontro sia stato richiesto ufficialmente dal leader di Forza Italia "per illustrare le posizioni del suo partito nell'attuale momento politico". Momento politico che non può prescindere, però, da una data: il 10 aprile. Allora il Tribunale di Sorveglianza deciderà su come far scontare i restanti 9 mesi di pena comminati a Berlusconi dalla sentenza del Processo Mediaset. Ed è (anche) di questo che si è parlato sul Colle. L'agibilità politica - La richiesta dell'ex premier è semplice: "garanzia di agibilità politica". Napolitano l'ha fatta cadere nel vuoto, perché l'applicazione di quel concetto alla realtà giudiziaria del Cav è scivolosa. Da un lato Berlusconi (che è salito al Quirinale senza il fido Gianni Letta e senza i falchi capigruppo) premerebbe per i servizi sociali (magari a casa, con incontri periodici con i suoi "sorveglianti") per evitare il rischio degli arresti domiciliari. Deciderà il Tribunale, e Napolitano non intende intervenire in alcun modo. Altro punto: il Cav vorrebbe che il giudice faccia slittare la decisione definitiva sul suo futuro a dopo il 25 maggio per consentirgli di concorrere regolarmente alle elezioni europee e fare campagna elettorale per Forza Italia. Un Berlusconi "bloccato" a casa, senza la possibilità di girare piazze e centri congressi, potrebbe costare milioni di voti a Forza Italia. Anche qui, la reazione di Re Giorgio sarebbe stata gelida. Riforme sì, ma... - La "vittoria" di Berlusconi, fanno sapere da San Lorenzo in Lucina, sarebbe quella di aver ottenuto dal presidente il riconoscimento della propria leadership e legittimità politica. Proprio per questo il Cavaliere avrebbe ribadito il suo sostegno alle riforme del governo Renzi, a cui Napolitano tiene molto. Il problema, ecco l'avvertimento-minaccia, è che con un Berlusconi a mezzo servizio causa servizi sociali (o arresti domiciliari) anche lo stesso processo di riforme condivise e larghe intese (parallele alla normale vita dell'esecutivo, rispetto al quale Forza Italia rimarrà all'opposizione) potrebbe essere a rischio per cause di forza maggiore. "Sono l'unico in Forza Italia che può garantire l'appoggio a Renzi sulle riforme", avrebbe confidato allarmato a Napolitano. Con l'ex premier "confinato" a Palazzo Grazioli, chi potrà dare a Matteo Renzi la sponda politica su Senato, riforma del Titolo V e Italicum, considerando che anche il Pd, invece di sostenerlo, sta già studiando come sabotarlo? 

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