Taglio Irpef, ecco come cambia la busta paga
Dopo le promesse, è arrivato il momento dei fatti. O, per dirla alla Matteo Renzi, è arrivata la "#oraics", fissata dal premier su Twitter: "Alle 16.30. Dopo il Consiglio dei ministri...". Fari puntati sul taglio Irpef, sugli arcinoti 80 euro in busta paga. Si tratterà di un bonus, non più di una detrazione, e il meccanismo dovrebbe riguardare anche gli incapienti, ossia chi è fuori dalla "tax area", non soggetto a prelievo fiscale. Ma come cambia, nel dettaglio, la busta paga? Una risposta precisa arriva da questa tabella, pubblicata dal sito LaStampa.it, che indica le variazioni in busta paga per ogni minima fascia di reddito per il 2014 e il 2015. Come cambia la busta paga Scarica e consulta la tabella Variazioni - Il credito massimo promesso da Matteo Renzi arriverà, appunto, a 80 euro al mese (concesso ai redditi tra i 18mila e i 24.500 euro, per un totale di 620 euro l'anno nel 2014, pari a 77,5 euro mensili a partire da maggio; nel 2015 si sale a 79,1 euro al mese, pari a 950 euro all'anno). I redditi più bassi, fino a 17.714 euro, beneficeranno di un incremento pari al 3,5%, mentre quelli tra i 24.500 e i 28mila euro vedranno ridotti gli aumenti (al di sopra, invece, non ci sarà alcun aumento). Sforbiciate - Per trovare le coperture, in attesa delle definitive conferme, il decreto "Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Per un'Italia coraggiosa e semplice", dovrebbe prevedere riduzioni di spesa un po' ovunque: auto blu, rinegoziazione di contratti di fornitura di beni e servizi alla P.A. (tagli previsti del 5%), chiusura del Pra, efficientamento dell'illuminazione pubblica, tagli a Difesa e Palazzo Chigi, ripristino dell'Imu agricola e tagli agli stipendi dei manager pubblici tra le altre. Nessun taglio alla sanità - Sul fronte sanità invece non dovrebbero esserci sforbiciate. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin su questo punto è stata molto chiara: "Non ho pensato di dimettermi per i tagli previsti nella bozza del decreto per il taglio dell'Irpef, ma ho pensato di combattere per spiegare» che al Ssn servono investimenti, non tagli", spiega il ministro Beatrice Lorenzin a Giovanni Minoli, nel corso di un'intervista a Mix24. E spiega di essere d'accordo solo su alcuni risparmi mirati. "Se ci sono tagli sugli acquisti a me vanno bene", chiarisce, perchè nella sanità ci sono ancora tanti sprechi, per esempio nelle lavanderie degli ospedali, nelle mense, nella gestione dei rifiuti. Ma non si può andare a toccare i servizi primari alle persone". E al ministro ha risposto il premier che ha affermato "di non vole tagliare la sanità nè mettere mani alle tasse aumentandole. E' la prima volta in cui i soldi si restituiscono anziché prenderli". Il Governo, aggiunge il premier, ha "allargato la fascia delle persone interessate dall'intervento abbassando i contributi. Ma leggendo i giornali sembra che terrorizziamo le persone distribuendo denaro". Fino a quando... - Tra i molti dubbi che restano sul taglio all'Irpef, ne resta uno enorme messo in rilievo da Il Sole 24 Ore: allo stato attuale delle cose, l'aumento in busta paga vale solo fino al 31 dicembre 2014. Infatti, nell'ultima bozza in possesso del quotidiano di viale Monte Rosa, viene spiegato che "dal 1° gennaio 2015 tornerebbe in vigore la curva degli sconti Irpef nel testo vigente anteriormente alle modifiche" della nuova legge. Un aumento in busta a paga a tempo, dunque. Renzi, infatti, non ha ancora spiegato come coprirà l'eventuale misura per il prossimo alto (le coperture ci sono solo per il 2014), e anche le ultime bozze della riforma non avrebbero offerto una risposta. Si segnala, infatti, il nervosismo del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, con il quale Renzi ieri ha avuto un lunghissimo colloquio. Il premier, ora, dovrà dimostrare che - per usare le sue parole - un modo per "zittire i gufi" esiste davvero.