Cerca
Logo
Cerca
+

Grillo, la strategia anti-Renzi

Lucia Esposito
  • a
  • a
  • a

L'ultimo sondaggio Ipsos dà il Pd avanti con il 35% dei consensi, il Movimento Cinque Stelle in ascesa continua (passato dal 21,2 al 21,4%) e una rilevante frenata di Forza Italia. Ma il dato non è granitico. Renzi lo sa bene e infatti preoccupato per le mosse di Grillo che appare, soprattutto dopo l'affido ai servizi sociali di Berlusconi e il calo di consensi che si registra in Forza Italia, come il grande vero nemico da battere. Renzi teme il sorpasso da parte di Beppe il quale ha già cambiato stretegia nella speranza di poter replicare il successo delle politiche 2013 quando, smentendo i sondaggi, riuscì a portare a casa molti più voti di quanti i sondaggisti erano riusciti a contarne. Beppe ci crede. E ha intenzione di farlo. Cinque sono i piani su cui si muove. Qualche mossa l'ha già messa in atto come il cambio di strategia comunicativa. La comunicazione - Il leader del Movimento Cinque Stelle oltre alle numerose conferenze stampa, ha rilasciato una lunga intervista a Bersaglio mobile di Enrico Mentana, per non parlare del suo spettacolo a pagamento. Grillo ha detto chiaramente di voler tornare sulle scene da attori e, secondo quanto scrive l'Espresso, questo dimostra che comunque vada il risultato, le elezioni europee chiuderanno una prima fase del Movimento Cinque Stelle. E' la conferma che il partito di Grillo ha definitivamente cambiato la geografia politica, che non è una bolla mediatica, un "fenomeno" passeggero ma una presenza stabile tra i partiti politici. Se Grillo dovesse ottenere un buon successo alle Europee significa che tutte quelle misure decise dal governo, dalla guerra ai burocrati al taglio degli stipendi dei manager, invece di portare elettori a Renzi non fanno altro che ingrossare le fila del partito dell'ex comico. I voti si Silvio - Sia Renzi che Grillo guardano al "bottino" dei voti dei delusi da Forza Italia. Di quell'oltre milione di italiani che non credono a un partito senza la presenza attiva di Berlusconi e che quindi da quando il Cav è stato affidato ai servizi sociali (nonostante lui faccia campagna elettorale) si stanno guardando attorno per capire se e per chi votare. L'Espresso riporta il parere del politologo Alessandro Amadori del Censis il quale a tal proposito, precisa che se da una parte Renzi gode di un consenso trasversale nel paese, gli "spostamenti diretti di voti da destra a sinistra nono difficilissimi". E' più facile quindi per un elettore di FI che si sente orfano di Berlusconi parcheggiare il suo voto nell'astensionismo o nel M5S". Il punto debole della strategia di Renzi è proprio questo: che attaccando Berlusconi, ottenga l'efetto di favorire Grillo. In questa ottica si leggono quindi i messaggi che Grillo manda alla destra delusa ed è sempre per questo che Beppe tratta e parla del Cav più come "un pensionato da compatire" che un pregiudicato da ammanettare. L'identikit degli elettori - Un'altra carta che Grillo intende giocarsi è il "no" all'Europa. Non a caso l'ultima tappa del tour elettorale è fissata a Bruxelles. Davanti all'europarlamento, simbolo di quelli che per Grillo sono tutti mali. Per quanto riguarda gli elettori, Grillo intende intercettare i suoi coetanei, i cinquantenni che ormai non si sentono più rappresentati e quelli che "vivono nelle periferie", l'Italia profonda del Nord che votava per la Lega, perfino un pezzo di Veneto che sogna la secessione, prontamente corteggiato con abilità dal comico ligure: "Ma quale secessione? Questo è un Paese che manda in galera venti veneti che fanno un carro armato in giardino mentre il presidente della Repubblica riceve al Quirinale un pregiudicato". Grande attenzione per il Sud che risente ancor di più della crisi economica. Il partito di Grillo, non a caso, è il primo in Sicilia. 

Dai blog