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Pdl, Samorì si candida: "Berlusconi, fammi diventare premier"

L'imprenditore leader dei Moderati Italiani in Rivoluzione: "Silvio, sono il tuo erede. Solo io posso affrontare il nuovo mondo"

Giulio Bucchi
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  di Barbara Romano Imprenditore, editore, avvocato, prof universitario, banchiere, finanziere di 56 anni. Non è il Silvio Berlusconi del ‘94, ma Gianpiero Samorì, il tycoon modenese che un paio di mesi fa si è candidato alle primarie del Pdl scatenando parecchi mal di pancia a via dell'Umiltà. Annullata quella gara, si è lanciato alla conquista di Palazzo Chigi. Certo, in alleanza con il Cav. Ma visto che il centrodestra non ha un suo concorrente ufficiale per le politiche, Samorì si è candidato alla premiership con i Moderati italiani in rivoluzione: partito che ha fondato quest'estate, ma che vanta già più di centomila iscritti e sedi in tutt'Italia. Aveva promesso che si sarebbe ritirato se fosse ridisceso in campo Berlusconi. Come mai sta ancora qua? "Perché penso di poter esprimere un programma diverso e competitivo, pur sostenendo Berlusconi". Ma perché uno dovrebbe votare la fotocopia quando può avere l'originale? "Perché io sono avanti di vent'anni, Berlusconi è figlio della sua storia". Sta dicendo che Berlusconi è superato? "Lui è la massima espressione di un periodo storico che però è superato. Il mondo che lui incarna subirà una violenta trasformazione di qui a breve e quindi avrà bisogno d'interpreti all'altezza del futuro". Cioè, lei. "Io ritengo di essere all'altezza di questa svolta radicale". Ma se lei considera superato il berlusconismo, perché si è alleato con il Cav? "Perché Berlusconi incarna al meglio il sistema attuale che però è in via di superamento dal punto di vista economico, sociale, politico. Idealmente sarei molto lieto se Berlusconi mi passasse il testimone". Sta chiedendo al Cav di cederle la leadership del centrodestra? "Certo, che c'è di male? Ritengo di avere le qualità per fare il premier, se per questo". Ma il candidato premier del Pdl indicato dal Cav è Alfano. Perché gli italiani dovrebbero preferire lei che è 13 anni più vecchio? "Vecchio non è una bella espressione. Diciamo che io sono di un'altra generazione rispetto ad Alfano. Ma ho una storia più attuale, più connessa col ciclo economico che si sta compiendo. Lui non ha ancora maturato una perfetta conoscenza del mondo reale e una ricetta per il Paese". La sua ricetta, invece, quale sarebbe? "Bisogna abbattere il debito pubblico prendendo i soldi dove abbondano e ridistribuendoli a chi non ne ha". Come? "Attingendo alle riserve auree della Banca d'Italia per circa 250 miliardi". Ma è fuori legge. "Non è che io ho in mente di ridurre il debito pubblico mandando i ladri in Bankitalia: occorre una normativa ad hoc. La stessa Germania ha ordinato per legge alla Bundesbank di riportare in patria le riserve auree per investirle in politiche di sviluppo. La stessa cosa va fatta con le fondazioni bancarie. Poi bisogna vendere una piccola parte del patrimonio dello Stato e chiedere un contributo a chi è molto ricco". Un aspirante leader del centrodestra che vuole la patrimoniale non s'era mai visto. "In compenso i più ricchi devono poter pretendere una riduzione delle imposte". Si dà la zappa sui piedi? Lei è tanto ricco da essere un azionista di Mediobanca... "Ma è una questione di dignità: le persone che hanno avuto tanto dalla vita, come me, a un certo punto sentono il dovere morale di impegnarsi nella cosa pubblica". È vero che lei ha offerto a Berlusconi 10 milioni di euro per la campagna elettorale? "Avevamo raccolto svariati milioni per la mia candidatura alle primarie e, se fossero nate le condizioni, li avremmo messi a disposizione del Pdl. Ora li stiamo utilizzando per la mia campagna per le politiche". Ha già speso 2 milioni solo per i manifesti elettorali. Non saranno un po' troppi? "Se per questo, ne ho spesi molti di più". A quanto ammonta il suo reddito e quanto ha pagato l'ultimo anno di tasse? "Nel 2011 ho dichiarato 2.987.000 euro e ho versato circa 1.500.000 di imposte". È per tutelare il suo patrimonio che ha trasferito la quota più importante del suo gruppo a Curacao? "Non ho mai fatto ricorso a paradisi fiscali, pago tutte le tasse delle mie società qui". Chi vincerà le elezioni? "È avanti il centrosinistra, ma  la situazione si può ribaltare". Lei pensa davvero di poter prendere più voti di Bersani? "Si vedrà. Io sono, non dico migliore, ma diverso dai leader attuali. Tutti quelli che fanno politica da tanti anni sono ormai troppo condizionati dalle loro storie". Lei non è proprio una verginella: trent'anni fa era nella Dc. "Vero. Militavo nella corrente di Carlo Donat Cattin. A 18 anni ero segretario a Montese, in provincia di Modena, poi sono diventato segretario provinciale e regionale. La carica più importante è stata quella di consigliere provinciale nel 1985".  Perché ha mollato? "Perché ero sposato e avevo una bambina a cui badare.La mia attività professionale cominciava a decollare e ho capito che non era più compatibile con la politica". Perché il sacro fuoco si è riacceso ora? "Perché adesso mi trovo finalmente nelle condizioni di potermi dedicare alla politica e ho colto l'occasione per verificare se sono in grado di catalizzare consenso". È stato Dell'Utri a riarruolarla nel 2008. Come mai poi avete rotto? "Accettai la sua proposta di aderire ai Circoli del buon governo perché erano pieni di ragazzi di qualità superiore ai politici del Pdl. Poi Dell'Utri aderì al Pdl e io uscii, ma non ho mai rotto con lui. Semplicemente, non abbiamo più avuto rapporti". Berlusconi ha deciso di non ricandidarlo, ma Dell'Utri insiste: «Mi candiderò fino alla morte». Lei lo avrebbe depennato o no? "Non ho elementi per giudicare Dell'Utri. Ma ritengo che la politica intesa come servizio dovrebbe essere a durata limitata". Il Mir potrebbe non superare lo sbarramento. Quanti paracaduti ha chiesto al Cav per il Parlamento? "Non ho chiesto né un candidato, né un diritto di tribuna, né denaro per la campagna elettorale. Perché ho un'ambizione più grande: mettermi in campo da solo. Se ci riesco, bene, sennò, amen".  

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