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Riforme: Matteo Renzi scrive una lettera ai senatori della maggioranza

Ignazio Stagno
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Chiamatelo pure scambio. Per uscire dalle sabbie mobili della riforma del Senato, Matteo Renzi fa una vera e propria offerta ai senatori. Il premier offre le modifiche all'Italicum per avere il via libera al Senato sulle riforme, entro i tempi concordati. Per capirlo basta leggere la lettera che il premier ha inviato ai senatori: "Sulla legge elettorale - scrive - abbiamo convenuto circa i punti fondamentali: chiarezza del vincitore, premio di maggioranza proporzionato, principio dell'alternanza" ma "la discussione del Senato consentirà di affrontare i nodi ancora aperti: preferenze, soglie, genere". E aggiunge: "Subito dopo" l'esame del ddl Boschi - scrive - partiremo con la seconda lettura della legge elettorale su cui abbiamo convenuto circa i punti fondamentali: chiarezza del vincitore, premio di maggioranza proporzionato, principio dell'alternanza. La discussione del senato - è l'apertura del Premier - consentirà di affrontare i nodi ancora aperti: preferenze, soglie, genere". Il messaggio - Una lettera in cui Renzi affronta tutti i temi legati alla questione riforme. L'ex sindaco di Firenze difende il suo operato respingendo ogni accusa di autoritarismo: "Stiamo realizzando un'impresa. Una legislatura nata con le difficoltà che ricordiamo può segnare una svolta nella storia repubblicana". "La modifica - aggiunge - costituzionale di cui state discutendo- aggiunge- supera il bicameralismo perfetto, semplifica il processo legislativo, riequilibra il rapporto stato regioni, abolisce il cnel, disegna uno stato più efficace e semplice. Una rivoluzione del buon senso in linea con le principali esperienze costituzionali europee. Si può essere d'accordo o meno con questa riforma: definirla svolta autoritaria però significa litigare con la realtà". La stoccata - Lo stesso premier poi ha parole dure contro quelli che lui stesso definisce "presunti difensori delle istituzioni". "In queste ore -scrive ancora - vedere il senato costretto a perdere tempo senza poter discutere in modo civile ma attraverso emendamenti burla è triste. È umiliante, immagino, trascorrere il vostro tempo, prezioso come il tempo di tutti i rappresentanti dello stato, a discutere di argomenti assurdi, come cambiare il nome della camera dei deputati in gilda dei deputati". Insomma una stoccata quella di Renzi che di certo muoverà le acque di palazzo Madama. Ma che rischia di essere un boomerang. I senatori dissidenti non amano ricevere ordini dal premier...

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