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Il governo: sì alla fiducia sul Jobs act

Matteo Legnani
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L'obiettivo, non dichiarato apertamente, era arrivare al vertice europeo sul lavoro dell'8 ottobre con la legge di riforma del lavoro (il cosiddetto "Jobs act") approvato almeno una prima volta in Parlamento. Di fronte alle profonde divisioni interne al Pd e ai tanti emendamenti presentati in commissione Lavoro a Palazzo Madama, è chiaro che il risultato sarebbe stato impossibile senza ricorrere allo strumento della fiducia, rispetto al quale però le minoranze Pd si erano dette estremamente contrarie. "Il ricorso alla fiducia avrà conseguenze politiche" aveva annunciato Pippo Civati nelle scorse ore, lasciando intendere che la strada verso una scissione del Pd potrebbe partire proprio dalla fiducia sul Jobs act. Notizia di questa sera, 6 ottobre, è che il Consiglio dei ministri ha autorizzato il ricorso alla fiducia, di fatto sancendo lo strappo (che potrà essere anche "politico") con le minoranze del Partito democratico. Ora la palla passa a Civati, Fassina e compagni... L'8 ottobre Renzi si presenterà al vertice europeo "forte" del primo sì alla sua riforma del lavoro.

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