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Manovra, la sfida di Renzi: "O così o si vota"

Nicoletta Orlandi Posti
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"Ho fatto quello che da sempre chiedono le imprese e i lavoratori, ma senza negoziarlo con Confidustria, né con i sindacati". Matteo Renzi gongola con i suoi dopo la presentazione della manovra economica definita dallo stesso premier "la più grande riduzione di tasse della storia della Repubblica". Gongola ed è determinato nonostante resti l'incognita Bruxelles, ovvero se la Commissione approverà o meno la legge di bilancio 2015 approvata ieri da Palazzo Chigi. La linea di Renzi, scrive Elisa Calessi su Libero in edicola oggi 16 ottobre, è di andare diritto in ogni caso, convinto che i "burocrati europei non possono farci niente". Su questo è stato rassicurato anche dai suoi a Bruxelles: anche nel caso di una bocciatura, nell'immediato non accadrebbe nulla. L'Europa potrebbe chiedere una correzione sull'aggiustamento del deficit. Ma sarebbe di due miliardi e mezzo, somma già accantonata, e comunque non se ne riparlerebbe prima della primavera dell'anno prossimo. E in ogni caso, come ha detto Renzi, "rimaniamo sotto il 3%, rispettiamo i vincoli". Se proprio dovesse andar male - se i rigoristi prevalessero, i risultati non arrivassero - Renzi è pronto a trasformare il braccio di ferro con l'Europa in una battaglia politica. "Provassero a dire qualcosa, poi si va davanti agli italiani e si spiega alla signora Merkel che noi, la manovra, la facciamo lo stesso così, perché all'Italia serve questo. Ci fanno un favore, così poi arriviamo al 51%". E qui, a essere maliziosi, si potrebbe leggere una minaccia di andare al voto l'anno prossimo, ipotesi che Renzi smentisce, ma che molti dei suoi evocano.

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