Pier Carlo Padoan, lettera alla Ue: "Pronte misure per 4,5 miliardi"
Pier Carlo Padoan invia una lettera al commissario europeo per gli Affari economici, Jyrki Katainen. Si tratta dell'attesa risposta ai rilievi di Bruxelles sulla manovra fiscale per il 2015. Una missiva che, però, ha un effetto collaterale da non sottovalutare: il ministro dell'Economia, su carta intestata, scrive quanto Matteo Renzi nega. Ossia che con la Legge di Stabilità le tasse sono aumentate. Di 4,5 miliardi, per la precisione. Il titolare di via XX Settembre, infatti, esordisce sottolineando che "valgono 4,5 miliardi di euro le misure con cui l'Italia risponde alla richiesta Ue di tagliare dello 0,3% del Pil il deficit nel 2015". Le misure - Nel dettaglio la lettera, pubblicata nel testo originale in inglese sul sito del Tesoro, indica tre misure per raggiungere l'obiettivo: 3,3 miliardi arriveranno dal Fondo per la riduzione del peso fiscale (la lotta al nero, in soldoni), 500 milioni dalla riduzione della quota di risorse domestiche allocate per i fondi di cofinanziamento per la coesione europea ed esentati dai tetti del patto di stabilità domestico che si applica alle regioni, 730 milioni invece saranno recuperati da un'estensione del regime di reverse charge al settore del dettaglio. Stime al ribasso, quelle di Padoan, che non tengono conto dell'Irap retroattiva e con un'aliquota più alta, che passa dal 3,5% al 3,9 per cento. Una stima che non tiene conto neppure dell'aumento della tassazione per i fondi pensioni e le fondazioni. L'appello - Padoan, dunque, per rispondere all'Europa "sbugiarda" Renzi. Nella sua missiva, il ministro aggiunge che il momento che l'Italia attraversa è particolarmente difficile, e che dunque devono essere evitate misure che penalizzino la crescita: "E' mio dovere ricordarvi che l'economia italiana sta affrontando una delle recessioni più gravi e durature della sua storia, giunta al terzo anno, mentre c'è il serio rischio di deflazione e stagnazione. Un quarto anno di recessione - sottolinea Padoan - va evitato a tutti i costi perché sarebbe difficile tirarne fuori il Paese". "Sotto controllo" - Nella sua lettera Padoan ribadisce che l'Italia mantiene i conti pubblici "sotto controllo", con il deficit-pil sotto il 3% nel 2015, e spiega che il Belpaese corregge il deficit strutturale di 3 decimi "finanziando simultaneamente lo sforzo straordinario per effettuare quelle riforme strutturali lungamente attese che presentano costi aggiuntivi nel breve periodo". Tra le "riforme strutturali" il ministro poi annovera gli "ulteriori aggiustamenti nel mercato del lavoro e nella giustizia civile, attesi all'inizio del prossimo anno". Padoan concluse affermando che il debito pubblico italiano segue "un percorso al ribasso" anche "grazie all'ambizioso piano di privatizzazioni, pari a una media annua dello 0,7% del Pil".