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Movimento Cinque Stelle, ecco chi sono i nuovi leader pentastellati

Nicoletta Orlandi Posti
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Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carla Ruocco, Carlo Sibilia. Sono loro i prescelti del capo che daranno vita al direttorio del Movimento Cinque Stelle. Sono loro che affiancheranno Beppe Grillo, che si è definito "un po' stanchino", nella guida del popolo pentastellato. "Queste persone - ha spiegato il Grillo - si incontreranno regolarmente con me per esaminare la situazione generale, condividere le decisioni più urgenti e costruire, con l'aiuto di tutti, il futuro del MoVimento 5 Stelle". Un futuro tutto in salita e non solo perché questa decisione, che fa il paio con le epurazioni, ha di fatto spaccato il movimento. Andando a vedere i profili dei giovani incaricati, come ha fatto Mattia Feltri sulla Stampa, appare evidente che sono tutti personaggi sopra le righe. Poligamo - Sibilia, ad esempio, è un avellinese di 28 anni che prima di entrare alla Camera si offrì al dibattito politico con una proposta di legge che, oltre ai matrimoni gay, consentisse di "sposarsi in più di due persone" e "anche tra specie diverse purché consenzienti". Sibilla è lo stesso che il giorno del 45° anniversario della sbarco sulla Luna ha sostenuto che l'uomo non andò mai sulla Luna e che lo scorso ottobre dopo la sparatoria nel Parlamento canadese disse: "Opera di un pazzo o di qualcuno che ha ritrovato la ragione?". Il culto del capo - Poi c'è il quarantenne napoletano Roberto Fico che sta interpretando in maniera innovativa il suo ruolo di presidente della Commissione di vigilanza Rai: ha partecipato all'occupazione della Rai con Grillo, non ha proferito parola quando il suo capo ha detto di evadere il canone, ha fatto interrogazioni sul direttore di Rainews che aveva partecipato alla riunione di Bilderberg, ha proposto la chiusura di Porta a Porta e ha un culto del capo che fa quasi paura. Grillo per Fico è infatti "patrimonio mondiale dell'umanità come le Dolomiti e la Costiera Amalfitana". La moderata - L'unica donna del direttorio pentastellato è Carla Ruocco. La quarantunenne napoletana, fa notare la Stampa, è madre e donna moderata: ogni tanto si alza in aula e dice che Renato Brunetta è il gran capo del malaffare. Appena entrata a Montecitorio disse che suo desiderio era di favorire un'adeguata "redistribuzione della ricchezza" sostenendo pure che "le Borse calano e lo spread cresce per colpa della legge elettorale". Eleganza e aplomb - Infine Di Battista e Di Maio, i più osannati dei grillini. Dibba, trentaseienne romano, è uno che ha l' aria di quello cui non la si dà a bere. Mattia Feltri ricorda quando disse: «Diamo fastidio. Prevedo attacchi sempre più mirati, magari a qualcuno di noi un po' più in vista. Ti mandano qualche ragazza consenziente che poi ti denuncia per stupro, ti nascondono una dose di cocaina nella giacca...". Quando gli chiesero "chi?" Dibba rispose: "Pezzi di Stato deviati. Il sistema fa questo". Del resto lui ha girato il mondo, è stato in Guatemala, in Congo, nel Nepal, conosce i narcos e sa che le decapitazioni dell'Isis sono figlie di Guantanamo come Guantanamo fu figlia dell'11 settembre e così via, fino ad Annibale. È stato sorpreso in aula mentre guardava una partita in streaming ma la sua passione non si discute: celebre il tentativo (poi si trattenne) di entrare in una Commissione abbattendone la porta col busto marmoreo di Giovanni Giolitti. Infine c'è Di Maio, vicepresidente della Camera. L'elegante ventottenne avellinese spicca perché, quando si sbilancia, dice: "Adesso vediamo". E qui, puntualizza Feltri, siamo a livelli di saggezza quasi democristiana. Ultima notazione: quattro su cinque vengono dalla Campania.

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