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Silvio Berlusconi, il complotto: per Mario Baldassarri "il crac del 2011 fu colpa di Giulio Tremonti"

Andrea Tempestini
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Bisogna riavvolgere il nastro fino al 2011: si torna ancora ai giorni della grande crisi dello spread. Ai giorni in cui, di fatto, Silvio Berlusconi fu detronizzato. Del presunto complotto, da Renato Brunetta e fino ad Alan Friedman, si è già parlato a lungo. Ma ora spunta un nuovo elemento che definisce in modo migliore quanto accaduto. Un "elemento" che ha un nome e un cognome: Giulio Tremonti. Già, perché fra aprile ed ottobre del 2011, nel governo, accadde qualcosa di strano: si tratta di cifre sballate, conti clamorosamente toppati. Il sospetto è che siano stati toppati "ad arte". E il sospetto lo diffonde Mario Baldassarri, professore emerito di economia alla Sapienza e all'epoca uno "beninformato", poiché presidente della Commissione finanza di Palazzo Madama (per inciso, Baldassarri fu anche viceministro dell'Economia di Berlusconi tra il 2001 e il 2006, per poi partecipare al tracollo futurista firmato da Gianfranco Fini). Il rapporto - I sospetti di Baldassarri vengono messi nero su bianco in un rapporto redatto per il Centro studi Economia, in cui viene ricostruito ciò che accadde in quei giorni. Per l'ex futurista si consumò un vero e proprio suicidio di governo, e pur senza fare nomi, Baldassarri lascia intendere che in quei mesi drammatici il ruolo di Tremonti, che ambiva a prendere il posto del Cav a Palazzo Chigi, potrebbe essere stato determinante. Come detto, è una questione di numeri. Numeri sballati. Si parte dal deficit. E spiega Baldassarri: "A settembre 2011 fu previsto a 25 miliardi di euro per il 2012. Praticamente a zero nel 2013 (-2 miliardi) e addirittura in avanzo per 3 miliardi nel 2014. I dati veri ci hanno invece dato un deficit che ha sfiorato (e sfiora) i 50 miliardi". Ma non è tutto: stesso discorso per altri indicatori, quale quello fondamentale del rapporto debito/pil: "Venne indicato ad aprile al 118 per il 2012 ed in riduzione al 115 e al 114 per cento nel 2013 e nel 2014. Siamo invece andati ben oltre il 130 per cento". Ballerini, infine, anche i dati relativi a crescita e disoccupazione, con errori macroscopici. Le "coincidenze" - Baldassarri, dunque, immagina che qualcuno abbia voluto buttare sabbia nel motore di governo proprio dall'interno di Palazzo Chigi, diffondendo cifre talmente scentrate da provocare quella crisi di credibilità che, in effetti, ha poi travolto l'esecutivo Berlusconi, costretto a lasciare il passo all'esecutivo tartassante di Mario Monti. Non ha dubbi, Baldassarri: "Fu commesso un harakiri". E dunque entrano in gioco i rapporti tra Berlusconi e Tremonti che, è arcinoto, al tempo erano tutt'altro che idilliaci. "Resta da capire - conclude sibillino Baldassari - se quel harakiri sia stato soltanto frutto di ingenuità od incapacità o, al contrario, un programma meditato e attuato dall'interno dello stesso governo che, presentando quei numeri, poneva tutte le basi per un urgente e necessario cambiamento di governo che desse un segnale di forte rottura con quei giochi contabili e quelle previsioni infondate e non credibili". E le previsioni, come è noto, sono di competenza di via XX Settembre, dove all'epoca c'era proprio Giulio Tremonti.

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