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Inchiesta Mafia Capitale, trema il Pd romano: "Soldi a Ignazio Marino da Buzzi" e "primarie truccate"

di Giulio Bucchi domenica 7 dicembre 2014

3' di lettura

Il Pd romano crolla sotto il peso del "Cupolone". L'inchiesta Mondo di mezzo sulla Mafia Capitale ha scoperchiato quel calderone malsano di intrallazzi, affari bipartisan, connivenze e corruzione che vede protagonisti criminalità nera e rossa, imprenditori e politici compiacenti. E tra i cento indagati non c'è solo l'ex sindaco di destra Gianni Alemanno, ma pure pezzi grossi dei democratici della capitale. Per questo Matteo Renzi, che si è detto "sconvolto", ha imposto al segretario locale Lionello Cosentino di farsi da parte, commissariando il partito e affidandolo al presidente nazionale Matteo Orfini. Soldi a Marino e "primarie truccate" - L'impresa è difficile: ripulire il Pd romano da capi-corrente e cacicchi-acchiappavoti in grado di inquinare la stessa vita interna dell'organizzazione. "I rischi aumentano - spiega Tommaso Giuntella, presidente del Pd romano -. Alle nostre sono andati a votare un sacco di fascisti". L'ex assessore di Veltroni Roberto Morassut a Repubblica dice che le primarie "sono tutte pilotate. Vanno a votare gli immigrati guidati dai cacicchi locali e gli immigrati votati un tanto al voto". E Marianna Madia già nel giugno 2013 parlava di "associazioni a delinquere" a proposito dei gruppi di potere interni al partito. A riascoltarle oggi, queste parole sembrano una conferma di realtà conosciute a tanti da tempo, ma che nessuno dentro al Pd ha davvero combattuto, forse per non pestare i piedi agli amici e a chi assicura voti. Non è un caso che dalle carte dell'inchiesta condotta dai pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli emergano anche ombre proprio sulle primarie del Pd (Salvatore Buzzi, a capo della coop rossa 29 giugno e braccio destro imprenditoriale del boss Massimo Carminati si vantava al telefono: "Ne ho 3 del Pd") e sulla elezione stessa di Ignazio Marino. Proprio dalle Coop di Buzzi sono arrivati 30mila euro di finanziamenti per il sindaco prima delle Comunali, 10mila euro dalla coop 29 giugno e 20mila dal Consorzio Eriches 29. Comune a rischio scioglimento - Il rischio di scioglimento del Comune di Roma per infiltrazione mafiosa è concreto. Il sospetto degli inquirenti è che quei soldi (c'è un vero e proprio tariffario, un "Libro nero" in cui Buzzi annotava i soldi da pagare ai politici compiacenti) facciano parte di una rete molto, molto più ampia di elargizioni partite dalla "cupola" per garantirsi appoggi e amicizie politiche ad altissimo livello. E mentre Alemanno fa mea culpa ("Se è tutto vero, ho sbagliato, mi sono fidato delle persone sbagliate"), l'inchiesta potrebbe virare ancora più in alto, alla Pisana sede della Regione Lazio. Al telefono con Carminati, Buzzi traccia il quadro dei possibili appoggi dentro le maggioranze del Pd: "Se vinceva Alemanno ce l'avevamo tutti comprati. E mo vedemo Marino, poi ce pigliamo e misure tramite Luigi Neri (vicesindaco di Sel, ndr)". E quindi il tentativo di avvicinarsi al caposegreteria di Marino, Mattia Stella ("Dobbiamo valorizzarlo e legà di più a noi", sottolinea Buzzi). Nel mirino anche la Regione - Anche per questo la lobby guidata da Carminati e Buzzi avrebbe cercato agganci proprio alla Pisana, mettendo a libro paga uno del Pd in Regione. Intanto al Campidoglio tremano tutti. Perché in tanti avevano rapporti con Buzzi, uomo fortissimo delle coop rosse della Capitale. E basterebbe una sua mezza parola nelle intercettazioni al vaglio degli inquirenti per finire sul registro degli indagati. di Claudio Brigliadori @piadinamilanese

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