Gianroberto Casaleggio: "La polizia non è il nemico" poi sfida la Lega: "Non mi spaventa"
"Gli agenti non sono il nemico. Guadagnano pochi soldi e sono abbandonati dallo Stato". E' un Gianroberto Casaleggio di pasoliniana memoria quello che è andato in scena ieri, venerdì 12 dicembre, al Pirellone di Milano. In un sala eventi mezza vuota (si aspettavano 300 persone, ne sono arrivate meno di 100) il guru dei pentastellati, conscio degli scontri tra polizia e manifestanti fuori dall'edificio, manda un messaggio di supporto agli agenti, e dice: "Dobbiamo ricostruire un rapporto umano". "Cose come quella di oggi - continua Casaleggio - non devono più accadere", il leader silenzioso del movimento vuole far intendere che ci debba essere comunicazione tra i cittadini e le forze dell'ordine. "Salvini non ti temo" - "La Lega non mi spaventa, a me interessano i cittadini, non gli altri partiti", chiosa Casaleggio. Poi è il turno di Luigi Di Maio che parte in quarta sugli scandali romani: "A Lampedusa ho incontrato un poliziotto che mi spiegava di non aver mai capito perché andavamo a prendere gli immigrati a dieci miglia nautiche dalle coste libiche - racconta a La Stampa -. Ho capito dopo che servivano a portare nuovi introiti nelle casse delle cooperative vicine a Comunione e Liberazione e alle Coop rosse". Silenzio, parla Di Maio - Mentre parla qualcuno bisbiglia: "Ora diventerà lui la voce principale....". Voci sintomatiche della brutta aria che tira all'interno del Movimento. In ogni caso Di Maio si conferma la versione più istituzionale all'interno del partito, anche quando si lascia andare a qualche svolazzo meno moderato tipo: "Ho cacciato Di Stefano dall'aula perché le regole sono regole". Un politica rigorosa che sembra funzionare però meno che in passato: dalle folle oceaniche alle sale mezze vuote è un Movimento 5 stelle che, in affanno, prova a recuperare i pezzi, anche se i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Urge ricompattarsi, urge farlo in fretta.