Il giallo della legge salva-Silvio: Renzi la blocca
Adesso si spiega l'eurforia di Silvio Berlusconi a Milanello con i suoi calciatori. Adesso si spiega anche la determinazione con cui Silvio Berlusconi, negli ultimi giorni ha annunciato il suo ritorno in campo dopo il 15 febbraio, quando finirà di scontare i servizi sociali. Alla vigilia di Natale gli è arrivato un regalo quasi inatteso: nel decreto delegato del governo Renzi del 24 dicembre è cepontenuta una norma dà un colpo di spugna alla condanna di Silvio Berlusconi a quattro anni per frode fiscale nel processo Mediaset. Via l'interdizione dai pubblici uffici, via gli effetti della legge Severino. In pratica Silvio potrebbe ricandidarsi senza neanche aspettare l'esito del ricorso a Strasburgo. Non a caso il pacchetto "salvavita" è stato tenuto segretissimo fino alla fine. Il decreto dovrà avere il parere non vincolante delle commissioni Finanze dei due rami del Parlamento e poi fare un nuovo passaggio per il definitivo via libera a Palazzo Chigi. Ecco cosa prevede: "Per i reati previsti dal presente decreto, la punibilità è comunque esclusa quando l'importo delle imposte sui redditi evasi non è superiore al 3% dell'imposta sul valore aggiunto dichiarato. Per tali fatti sono raddoppiate le sanzioni". Secondo la sentenza Mediaset Berlusconi raggiunge una percentuale dell'1,91 quindi se si facesse il processo adesso il suo reato non esisterebbe più- (leggi l'articolo di Franco Bechis sul condono salva-Silvio) . La retromarcia - Matteo Renzi però, intervistato da Repubblica nega di aver fatto questo regalo a Silvio Berlusconi, spiega se fosse così è pronto a bloccare la legge e aggiunge: "Berlusconi è condannato in via definitiva". Ma poi nella tarda mattinata di domenica, quando si accorge che la bomba gli è scoppiata in mano, il premier decide di bloccare il testo della riforma e Palazzo Chigi precisa: "Nessuna norma ad persona". Il presidente del Consiglio dei ministri, spiegano fonti di palazzo Chigi, "ha chiesto questa mattina agli uffici di non procedere - per il momento - alla formale trasmissione alla Camera del testo approvato in Consiglio dei ministri». La proposta del dlgs sui rapporti tra fisco e contribuente, «tornerà prima in Consiglio dei Ministri, poi alle Commissioni, quindi di nuovo in Consiglio per l'approvazione definitiva entro i termini stabiliti dal Parlamento e cioè entro marzo 2015". "Di tutto abbiamo bisogno -sottolineano le stesse fonti- tranne che dell'ennesimo dibattito sul futuro di un cittadino, specie in un momento come questo dove qualcuno teorizza strampalate ipotesi di scambi politici-giudiziari, anche alla luce del delicato momento istituzionale che il Paese si appresta a vivere". Resta però il giallo: possibile che Renzi davvero non sapesse di quella legge?