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Toto-Colle, la mappa dei mediatori: ecco i nomi degli onorevoli a cui Matteo Renzi ha affidato le trattative

Giulio Bucchi
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Dopo la lista dei possibili "traditori" del Pd, spuntano i nomi dei deputati e dei senatori democratici che determineranno chi sarà il candidato del primo partito italiano al Quirinale. E, di conseguenza, chi sarà il prossimo presidente della Repubblica. E' ancora una volta Claudio Cerasa, sul Foglio, a girare le carte sul tavolo dei dem. E chissà se al Nazareno si solleveranno proteste (e puro panico) come nel primo caso. Di sicuro, almeno tre dei protagonisti citati dal futuro direttore ed erede designato di Giuliano Ferrara hanno un ruolo ben chiaro all'interno della corte del premier Matteo Renzi. Fin da quando l'ex sindaco di Firenze si è insediato a Palazzo Chigi, infatti, Luca Lotti, Maria Elena Boschi e Lorenzo Guerini sono i tre "pontieri" ufficiali del nuovo corso democratico. Sono sempre stati loro a trattare, sia con la minoranza (Giovani turchi, bersaniani o civatiani, senza distinzioni) sia soprattutto con l'opposizione che poi sempre opposizione non è, anzi. Il rischio dei 101-bis - Prima che con Forza Italia, c'è da trattare con l'opposizione del Pd per evitare che sul Quirinale si ripete la tragedia del 2013, con i franchi tiratori che fecero saltare insieme ai due candidati ufficiali Franco Marini e Romano Prodi anche la poltrona dell'allora segretario Pierluigi Bersani. Oggi, su quella poltrona, c'è proprio Renzi che Stefano Fassina, perfidamente, ha indicato come il mandante dei 101 "cecchini" di Prodi. L'indomani Gianni Cuperlo ha smentito le parole dell'amico e compagno di lotta anti-renziana, e a molti è sembrato quasi un tentativo di placare le acque e non alimentare polemiche, perché tra Italicum e Quirinale il Pd rischia davvero la scissione. Non a caso, la preoccupazione di Renzi e dei suoi in questo momento è quello di sondare, captare gli umori, fare di calcolo segnandosi percentuali di pro e contro. Tutti i nomi dei mediatori - Nel classico gioco del "chi voterà chi" il premier ha affidato l'incarico delicatissimo di tenere i contatti con le varie fazioni a onorevoli fidatissimi. Ettore Rosato, di AreaDem nonché assai vicino a Lotti, secondo Cerasa è spesso a chiacchierare, tra un caffè e una battuta, con gli onorevoli legati a Piero Fassino e Dario Franceschini. Guerini invece "lavora" sugli altri pianeti della galassia dem: parla con Nico Stumpo, ex potentissimo responsabile dell'organizzazione del partito ai tempi di Bersani, è il referente dell'area riformista (molto eclettica, raduna i lettiani come Francesco Boccia, i bersaniani Roberto Speranza e Fassina, e ancora Cuperlo, Paola De Micheli, Cesare Damiano e Gugliemo Epifani), parla con Francesco Verducci (e tramite lui coi giovani turchi di Matteo Orfini), parla con Walter Verini (per l'area che fa capo a Walter Veltroni) e parla anche con Antonello Giacomelli (per AreaDem di Franceschini). Alla Boschi, invece, il compito di sondare le posizioni nel centrodestra, non sempre facilmente tracciabili. In ballo ci sono tanti nomi noti: Padoan, Amato, Casini, Mattarella, la Finocchiaro. Ad ognuno di loro corrisponde un voto e un veto. I 307 voti del Pd, da soli, naturalmente non basteranno. E se i suoi "pontieri" sbaglieranno, Renzi rischia di fare la fine di Bersani. Ma lui non perderebbe solo il partito, perderebbe il governo.

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