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Televisione e Responsabili, il Corriere attacca Renzi

Lucia Esposito
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Il Corriere della Sera ospita un editoriale del critico cinematografico Aldo Grasso che parla delle frequenze tv, in particolare dell'emendamento del governo all'articolo 3 del decreto Milleproroghe sul canone delle frequenze tv. Il Ministero dellp Sviluppo economico ha rimodulato una norma che impone a Rai e a Mediaset un canone di 50 milioni da distribuire talle piccole emittenti. La reazione immediata negli ambienti azzurri (ma non solo, vedi l'editoriale di Marco Travaglio) è che si tratti di una "ritorsione" di Renzi per la rottura del Patto del Nazareno. Grasso non si addentra nei tecnicismi di cui la questione è piena ma fa un ragionamento politico. Fa notare come, per anni, la sinistra ha criticato Berlusconi per "aver fatto coincidere gli interessi del suo partito con gli interessi delle sue aziende". Ed è proprio questo, secondo Grasso, il motivo per cui "Renzi non ouò permettersi di usare le stesse tecniche per tenere sotto scacco l'avversario politico". Scrive: "per anni la televisione è stata il nodo gordiano della politica italiana". E Renzi dovrebbe scioglierlo invece di "usarlo" a scopi politici.  Responsabili - Ma il quotidiano di via Solferino non attacca Renzi solo sul fronte delle frequenze tv, nella nota politica Massimo Franco mette sotto accusa l'operazione di Renzi di "reclutare" uomini da altri partiti (Scelta Civica, soprattutto). E non solo per la "doppia morale" perché quando quest'operazione la fece Berlusconi il Pd fu pronto ad attaccarlo, ma anche perché "il saldo dell'operazione potrebbe risultare assai più controverso di quanto appaia. Perché la trasparenza dei rapporti parlamentari e della dialettica governo-opposizionme viene intorbidita per puri calcoli di poteri". Per Franco questa di Renzi "non è una grande operazione politica, ma un surrogato raccogliticcio dei quel patto del Nazareno che l'elezione del capo dello Stato ha scompaginato". 

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