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Luigi Brugnaro: "Niente gay pride a Venezia, è kitsch"

Lucia Esposito
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Luigi Brugnaro, il nuovo uomo del centrodestra, il sindaco di Venezia che non usa mezzi termini, non ricorre a giri di parole o soluzioni diplomatiche. Basta leggere la sua intervista a Repubblica. Prima si scaglia contro il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni che chiede lo stop delle Grandi Navi. Lui la chiama "la signora con i due cognomi" e chiede "come si permette di parlare senza averne discusso prima con me". E attacca: "Qui si tratta di salvare 5000 posti di lavoro!".  Parla chiarissimo, scoprendo le sue carte: "Io sto dalla parte di chi lavora e produce, delle famiglie con figli che tirano avanti a fatica. Nei salotti e sui divani non si crea reddito. Quanti giornalisti ci sono rispetto ai lavoratori?". Renzi e gay pride - Dice che tifa Renzi, tifa perché riesca a fare le riforme. Il giornalista gli chiede che un commento su Elton John che l'ha definito "bigotto e bifolco" dopo la decisione di togliere dalla scuola i libretti per bambini che descrivono le nuove famiglie. «È un arrogante che da tre anni non mette piede a Venezia. Se permette, ai nostri figli ci pensano i genitori. La famiglia con due donne e il bambinetto è innaturale". E poi annuncia: "Niente Gay Pride. Quella è una buffonata, il massimo del kitsch. Vadano a farla a Milano oppure sotto casa sua".

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