Pd, Massimo D'Alema: "Renzi sputa sul passato, ma ha perso 2 milioni di voti". Luca Lotti: "Sfidalo alle primarie"
Sputi e sfide. Metaforiche, certo, ma la temperatura dentro al Pd sale ben oltre il livello di guardia. Tutto merito di Massimo D'Alema, che giovedì sera alla Festa dell'Unità di Milano parte all'attacco di Matteo Renzi. A Baffino non è andata giù la stoccata del premier al Meeting di Rimini, sull'Italia "bloccata per 20 anni da berlusconismo e anti-berlusconismo": "Alcune delle politiche dell'Ulivo sono ancora dei punti di riferimento - si difende D'Alema, premier dal 1998 al 2000 -. Non dico che bisogna sempre ispirarsi al passato ma nemmeno sputarci sopra per far finta di essere grandi". Secondo D'Alema, il problema è di fondo: tra poco Renzi si troverà ad un "bivio, dovrà scegliere tra l'abbraccio mortale delle forze conservatrici e il tentativo di ricostruire una prospettiva di centrosinistra". E giù altra bordata al premier: "Sono lieto che il Pd sia il primo partito progressista, ma dal 41% i sondaggi ci danno oggi al 30%: ci siamo persi per strada 2 milioni di elettori, qualcosa sarà successo". Lotti e la sfida finale - La reazione, stizzita, arriva niente meno che dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. "Reduce da felici circumnavigazioni estive - esordisce in una nota ufficiale - l'onorevole presidente D'Alema sostiene che il Pd abbia perso 2 milioni. Ma ecco altri dati: se alle elezioni del 2013 il partito a guida Bersani ha preso il 25.2%, nel 2014 con Renzi è arrivato al 40.8%". E poi la sfida: "Se D'Alema ritiene di poter fare meglio avrà la possibilità di candidarsi nel congresso del 2017. Lo attendiamo impazienti per un confronto con gli iscritti e con i partecipanti alle primarie. Fino a quel momento parlano i fatti. Con buona pace dell'onorevole D'Alema, diciamo". E lo sfottò finale, con il tipico intercalare dalemiano a coronare la sberla morale, non sarà passato inosservato all'orgogliosissimo Massimo.