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Riforma del Senato, Pietro Grasso stoppa Calderoli: "Irricevibili i 75 milioni di emendamenti"

Giulio Bucchi
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I circa 75 milioni di emendamenti alle riforme presentati dalla Lega e arrivati in Aula al Senato sono una valanga "abnorme" e come tali dunque "irricevibili". Lo ha annunciato il presidente del Senato, Pietro Grasso, in Aula. Stop, dunque, all'ostruzionismo di Roberto Calderoli che, parola dello stesso Grasso, avrebbe occupato in votazioni Palazzo Madama "per i prossimi 17 anni". "Per rispettare i tempi stabiliti dal calendario dei lavori, la presidenza è oggettivamente impossibilitata a vagliare nel merito l'abnorme numero di emendamenti, se non al prezzo - ha avvertito Grasso - di creare un precedente che consenta di bloccare i lavori parlamentari per un tempo incalcolabile". "Di conseguenza - ha detto ancora il presidente del Senato - in ragione di tale criterio sostanziale, desumibile dall'articolo 55 del Regolamento, considero non inammissibili, criterio che infatti è riferito al merito, ma irricevibili gli stessi emendamenti, fermi restando quelli già ricevuti dalla presidenza della commissione Affari costituzionali e ripresentati in assemblea, al netto di quelli ritirati". I rischi per il governo - Restano ora 500mila emendamenti che rischiano comunque di frenare i piani del governo. L'obiettivo del premier Matteo Renzi e del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi è quello di varare la riforma del Senato entro ottobre e prima della legge di Stabilità, per poi arrivare al referendum confermativo nel 2016. Una marcia a tappe forzate ancora molto complicata e difficile: servirà un'altra mano da parte di Grasso.

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