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Giampaolo Pansa: il baratto del cav che sacrifica Roma e punta al 2018

Matteo Legnani
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Perché Silvio Berlusconi ha scelto Guido Bertolaso come candidato del centrodestra a Roma? Il motivo me lo spiegano due signori che conoscono tutto di questa vicenda. Uno è un dirigente storico di quell' area politica, un uomo speciale, addentro alle segrete cose del berlusconismo e dei suoi dintorni. Lo conosco da tempo e so che ha un buon rapporto con il Bestiario. L' altro è Alfio Marchini, rimasto senza l' avallo del vertice moderato, ma con le idee molto chiare su quanto deve fare. E non ci pensa proprio a ritirarsi dal voto nella capitale. Il primo testimone mi spiega che, come sempre, al nocciolo del problema c' è il personaggio del Cavaliere, con le sue grandezze e le sue cadute. Alle elezioni comunali del 2013 voleva già candidare a sindaco Alfio Marchini. Mezzo centrodestra insorse, sostenendo che veniva da una famiglia comunista. I famosi imprenditori rossi che avevano costruito il palazzo delle Botteghe oscure, poi ceduto al Pci di Palmiro Togliatti. E diventato il simbolo della potenza comunista. Una volta scartato Alfio Marchini che i suoi alleati non volevano, il Cav fu costretto a candidare l' ex sindaco Gianni Alemanno che fu battuto da Ignazio Marino, l' uomo del centrosinistra. Comunque Marchini venne eletto consigliere comunale e tale rimase sino alla tragedia politica delle dimissioni imposte al povero Ignazio. Per comprendere quanto è avvenuto la sera di venerdì 12 novembre, bisogna tenere a mente una verità: a Berlusconi del voto di Roma non importa nulla. Lui ha in mente un solo obiettivo: le elezioni politiche che dovrebbero tenersi nel 2017 o nel 2018. Pensa soltanto a quelle e spera di potersi candidare e riprendere il suo posto di leader del centrodestra. È un dato di fatto che occorre considerare, altrimenti non si capisce nulla dello scontro che sta alla base della scelta di Bertolaso. Come aveva fatto nel 2013, per Roma il Cavaliere pensava di nuovo a Marchini. Gli piace il personaggio di Alfio: è giovane, ha appena cinquantuno anni, è bello, ha l' aspetto e lo stile del politico americano, ha successo con le donne. Insomma, Marchini presenta tutte le doti che un tempo Berlusconi possedeva e adesso, purtroppo, non possiede più. Infine Silvio ha compreso che Alfio è un po' megalomane e vuole guidare Roma a tutti i costi. Preciso che la megalomania non è un difetto, ma una qualità. Senza non si riesce ad affrontare nessuna impresa. Dovrebbe saperlo anche lei, Pansa: ogni volta che scrive un libro, pure lei è affetto dallo stesso vizio. Ma come era avvenuto nel 2013, il Cav si scontra di nuovo con un veto, quello della signora Giorgia Meloni. La capa di Fratelli d' Italia ripete la solita accusa: Marchini è di sinistra, un comunista mascherato, amico di Massimo D' Alema e di altri ex big del Pci. Se lo candidiamo a sindaco, siamo dei pazzi suicidi, strilla la ragazzona dalla chioma bionda, impetuosa e collerica. E al suo posto propone la signora Rita Dalla Chiesa, figlia del grande generale e conduttrice televisiva. La candidatura cade da sola. Però il Cavaliere tiene fermo il principio di non rompere con la Meloni. Il suo è un partitino con pochi voti, ma è essenziale per non incrinare la coalizione di centrodestra. Silvio vuole tenere unita tutta la sua truppa elettorale, in vista del traguardo che le ho già ricordato: partecipare alle prossime politiche e vincerle. È così che fa uscire dal cilindro il personaggio di Guido Bertolaso, l' uomo che ha reso grande la Protezione Civile, ma da tempo è fuori dal giro per un succedersi di eventi. Tra i quali ci sono due processi che lo aspettano, fondati o infondati non lo so, ma che di certo verranno ritirati fuori durante la campagna elettorale per Roma. Lei mi chiede che cosa penso di Bertolaso? Non ho niente contro di lui, ma è un uomo del passato. È come se un tifoso della Juventus, quando vedeva la sua squadra in crisi, avesse pensato a Omar Sivori e a Giampiero Boniperti. Ad ogni modo il Cavaliere ha vissuto con terrore l' impuntatura. Perché tanta testardaggine? La spiegazione è una sola: la Meloni vedeva emergere un altro competitore che, nel caso di una vittoria in Campidoglio, avrebbe spiazzato tutte le famiglie del centrodestra, compresi i Fratelli d' Italia. Il risultato nessuno lo racconterà, dal momento che Berlusconi annuncerà a bandiere spiegate la candidatura di Bertolaso. Ma in realtà il Cavaliere è incazzato nero. A Milano gli è riuscito di ricompattare tutta la sua truppa con un candidato come Stefano Parisi. A Roma ha fallito, anche se Matteo Salvini, il leader della Lega, era per Marchini. Mi chiede un pronostico? Eccolo: Alfio si presenterà lo stesso alle elezioni e potrebbe pure vincere. Mentre Bertolaso rischia di perderle. Tuttavia a Berlusconi non importerà nulla. Il Campidoglio è una trappola per chiunque. E le ripeto che di Roma a Silvio non frega nulla. Lui ha in mente una sola battaglia e un solo traguardo: vincere le elezioni politiche e ritornare a Palazzo Chigi. E Alfio Marchini che cosa dice? La sera di questo venerdì lo trovo chiamando il suo cellulare. Mi rendo conto che è molto combattivo, per non dire gasatissimo. Mi dice che, comunque sia, lui andrà avanti. A non volerlo candidato al Campidoglio è stato soprattutto Berlusconi. Il Cavaliere non può accettare un leader alternativo a lui, per di più con una trentina di anni in meno dei suoi settantanove. La sua azienda, a cominciare da Fedele Confalonieri, e i suoi consiglieri, Gianni Letta per primo, lo spingevano a sostenere Marchini, ma non c' è stato verso di convincerlo. Temeva lo sfascio della propria coalizione. In fondo lo capisco, dice Marchini: ho sedotto il suo ambiente e questo lo ha fatto impazzire di rabbia. Poi esistono dei retroscena che nessuno esplorerà mai. Mi hanno raccontato che a Palazzo Chigi qualcuno l' ha ricattato perché presentasse un candidato debole nei confronti di Roberto Giachetti, il politico scelto da Renzi. Vuole la mia opinione, Pansa? Non potevo trovare una situazione migliore. Guido Bertolaso, per me, è un avversario perfetto. Non voglio dare nessun giudizio sulle sue qualità e a proposito dei suoi difetti. Però molti lo considerano un personaggio della vecchia casta politica. Questo mi gioverà perché io non ho nessun partito alle spalle. E l' accusa di appartenere a una famiglia tutta «calce e martello» mi fa soltanto sorridere. Tra quindici giorni guiderò una grande convention su Roma. Conosco bene le condizioni miserande della capitale. Non esistono soltanto la sporcizia, le buche nelle strade e i topi che scorazzano per il centro, ingrassando grazie ai rifiuti non raccolti. C' è ben altro. Le faccio un solo esempio: il quartiere di Tor Bella Monaca e le aree limitrofe. Uno dei più popolosi di Roma. Ci vivono 350 mila abitanti. Sa quanti poliziotti ci sono? Un centinaio con due sole volanti. Dovrebbero controllare novecento persone che si trovano agli arresti domiciliari. E farlo tre volte al giorno. Il Bestiario pensa che per Marchini non sarà una battaglia facile. Ma lui ripete: «Io comunque vado avanti. Fai quel che devi e avvenga quel che può, mi pare l' abbia detto un filosofo che si chiamava Immanuel Kant. E sarà quel che sarà». di Giampaolo Pansa

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