Fini senza poltrona alla CameraIl colmo: gliel'ha rubata CasiniE lui gufa: "Peggio deve ancora venire"

Nel "centrino" di Monti ,l'Udc finisce sotto il 2% e "frega" a Fli il posto di "miglior predente" della coalizione. Gianfry per la prima volta fuori dal Parlamento dal lontano 1983
di Matteo Legnanigiovedì 28 febbraio 2013
Fini senza poltrona alla CameraIl colmo: gliel'ha rubata CasiniE lui gufa: "Peggio deve ancora venire"
2' di lettura

  Quello che tanti elettori di centrodestra speravano, è accaduto: Gianfranco Fini è fuori dal Parlamento, per la prima volta dal lontanissimo 1983 quando fu eletto alla Camera tra le file del Movimento sociale italiano. E il bello è che a "eliminare" Fini è stato proprio il suo alleato Pier Ferdinando Casini. L'Udc, dato da tutti o quasi i sondaggi intorno al 3%, è infatti finito sotto il 2 (1,75%). Pierferdy e i suoi saranno così i "primi ripescati tra le liste sotto il 2%" della coalizione centrista alla Camera, "fregando" il posto a Gianfry e ai suoi. I quali hanno chiuso la competizione a quota 0,45%, un risultato devastante per un partito guidato dall'uomo che nella storia politica recente è stato vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri e che è il presidente della Camera. Cioè la terza carica dello Stato. Fini e i suoi, per intendersi, hanno preso alla Camera un terzo dei voti di Giannino travolto dallo scandalo master-lauree, meno della Sudtiroler Volkspartei e meno de La Destra di Storace. Che per Monti e i suoi sodali Fini e Casini si sarebbe messa male lo avevano preannunciato già gli instant poll, diffusi subito dopo la chiusura dei seggi: il "centrino" addirittura era dato alla Camera sotto il 10% e quindi fuori da Montecitoerio. Le proiezioni prima e lo spoglio poi, hanno però fissato la quota-Monti a pochi decimi di punto sopra il 10% alla Camera (dove il premier, Casini e Monti si presentavano con tre diverse liste coalizzate) e intorno al 9,5% al Senato (dove la soglia di sbarramento è all'8% e dove i tre si presentavano con un "listone" unico). Insomma, al Senato qualche "centrino" vi entrerà (poca roba, non certo abbastanza da invertire il risultato Pdl-Pd). Alla Camera entreranno un po' di montiani, Casini e forse qualcun altro per l'Udc, ma non Fini. Lui no. Curioso che alla Fine, a sfilargli la poltrona da sotto il sedere sia stato proprio il sodale Casini, già alleato nello sciagurato progetto di "Terzo polo". Ma già, Pierferdy è un ex Dc e come tale ha sette vite. "Per quanto ci riguarda è impossibile nascondere un risultato totalmente negativo ed è inutile recriminare", ha dichiarato il presidente della Camera.  "Per l’Italia temo che il peggio debba ancora venire" ha commentato Fini. Sconfitto e pure jettatore.  

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