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Fini senza poltrona alla CameraIl colmo: gliel'ha rubata CasiniE lui gufa: "Peggio deve ancora venire"

Nel "centrino" di Monti ,l'Udc finisce sotto il 2% e "frega" a Fli il posto di "miglior predente" della coalizione. Gianfry per la prima volta fuori dal Parlamento dal lontano 1983

Matteo Legnani
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  Quello che tanti elettori di centrodestra speravano, è accaduto: Gianfranco Fini è fuori dal Parlamento, per la prima volta dal lontanissimo 1983 quando fu eletto alla Camera tra le file del Movimento sociale italiano. E il bello è che a "eliminare" Fini è stato proprio il suo alleato Pier Ferdinando Casini. L'Udc, dato da tutti o quasi i sondaggi intorno al 3%, è infatti finito sotto il 2 (1,75%). Pierferdy e i suoi saranno così i "primi ripescati tra le liste sotto il 2%" della coalizione centrista alla Camera, "fregando" il posto a Gianfry e ai suoi. I quali hanno chiuso la competizione a quota 0,45%, un risultato devastante per un partito guidato dall'uomo che nella storia politica recente è stato vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri e che è il presidente della Camera. Cioè la terza carica dello Stato. Fini e i suoi, per intendersi, hanno preso alla Camera un terzo dei voti di Giannino travolto dallo scandalo master-lauree, meno della Sudtiroler Volkspartei e meno de La Destra di Storace. Che per Monti e i suoi sodali Fini e Casini si sarebbe messa male lo avevano preannunciato già gli instant poll, diffusi subito dopo la chiusura dei seggi: il "centrino" addirittura era dato alla Camera sotto il 10% e quindi fuori da Montecitoerio. Le proiezioni prima e lo spoglio poi, hanno però fissato la quota-Monti a pochi decimi di punto sopra il 10% alla Camera (dove il premier, Casini e Monti si presentavano con tre diverse liste coalizzate) e intorno al 9,5% al Senato (dove la soglia di sbarramento è all'8% e dove i tre si presentavano con un "listone" unico). Insomma, al Senato qualche "centrino" vi entrerà (poca roba, non certo abbastanza da invertire il risultato Pdl-Pd). Alla Camera entreranno un po' di montiani, Casini e forse qualcun altro per l'Udc, ma non Fini. Lui no. Curioso che alla Fine, a sfilargli la poltrona da sotto il sedere sia stato proprio il sodale Casini, già alleato nello sciagurato progetto di "Terzo polo". Ma già, Pierferdy è un ex Dc e come tale ha sette vite. "Per quanto ci riguarda è impossibile nascondere un risultato totalmente negativo ed è inutile recriminare", ha dichiarato il presidente della Camera.  "Per l'Italia temo che il peggio debba ancora venire" ha commentato Fini. Sconfitto e pure jettatore.  

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