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Roma, quanti politici all'Olimpico per il derby: Idem, Kyenge, Giovannini, Saccomanni

Giulio Bucchi
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Piazze vuote, urne pure. Eppure, c'è chi ad astenersi non ci ha pensato affatto. Nel giorno delle elezioni flop soprattutto a Roma, dove l'affluenza rispetto al 2008 è calata del 20%, c'era chi il suo dovere l'ha fatto. Non solo quello di infilare la scheda, ma pure di presenziare in tribuna autorità allo stadio. L'attenzione nella Capitale, più che per l'esito della sfida tra Alemanno, Marino, Marchini e De Vito, era per la storica finale di Coppa Italia tra Roma e Lazio. Un derby da "vita o morte", sportivamente parlando, perché chi vinceva faceva l'en plein: umiliava lo storico avversario cittadino, vinceva il trofeo e si qualificata alla prossima Europa League alle spese dell'altro. Alla fine ha vinto la Lazio, e qualche decina di ultrà della Roma ha pensato bene di sfogarsi contro giocatori giallorossi e una troupe di giornalisti di Tgcom24. Tutti i politici presenti - Eppure all'Olimpico è stata una grande festa, soprattutto in tribuna autorità, si diceva. Il parterre di ministri e amministratori presenti era, al solito, nutritissimo. Alle 18, puntuali, si sono schierati quattro ministri del governo Letta: Fabrizio Saccomanni (Economia), Josefa Idem (praticamente di casa: Sport, pari opportunità e politiche giovanili), Cècile Kyenge (Integrazione) ed Enrico Giovannini (Lavoro). Oltre a loro, il sindaco Alemanno, il presidente del Senato Pietro Grasso, il numero uno del Coni Giovanni Malagò e quello del Coni Giancarlo Abete. E ancora, gli ambasciatori francese Le Roi e quello statunitense Thorne, gli onorevoli-tifosi (dai Pdl Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto alla FdI Giorgia Meloni), il presidente dell'Anm Luca Palamara e Giulio Napolitano, il figlio del presidente della Repubblica. Loro, il problema della concomitanza (evitabile) tra derby e voto romano non se lo sono posto: sempre presenti. 

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