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Alemanno in giro per mercati a caccia delle 5 Stelle

Gianni Alemanno

Verso il ballottaggio: il sindaco uscente prova la rimonta. Lo sfidante lo copia ma bara sul numero degli omicidi

Chiara Pellegrini
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Continua la caccia al voto per Gianni Alemanno e Ignazio Marino duellanti per la poltrona a sindaco di Roma. Il primo va in periferia in cerca riconferma tra gli operatori dei mercati: «Ce la posso fare. Bisogna combattere l'astensionismo». Il secondo, forte del risultato elettorale del primo turno, che gli ha dato oltre 12 punti di vantaggio sull'avversario, spera nel bis. Il 9 e il 10 giugno però, quando si tornerà a votare, il tabellone si azzera.  Ogni voto è buono. La corsa per il Campidoglio ripropone addirittura un'alleanza che sembrava ormai impossibile. Futuro e Libertà (Fli) infatti promette, attraverso le parole del presidente Roberto Menia: «Al ballottaggio di Roma appoggiamo il sindaco uscente Gianni Alemanno. Lavoriamo una riunificazione delle destre».  Tuttavia il paniere più ghiotto, dove attingere elettori, resta quello del grillino Marcello De Vito, che al primo turno ha raccolto il 12,5% delle preferenze. I due candidati si sperticano così in un profluvio di complimenti ed attenzioni nei confronti del Movimento a 5 stelle. De Vito, però, ha già fatto sapere che per il ballottaggio i voti del M5s non saranno di nessuno. Alemanno e Marino provano lo stesso a convircerlo ognuno della bontà della propria causa. «Non ci stupisce che per il   ballottaggio il M5S non starà né a destra né a sinistra», dice Alemanno. «Questo non  toglie» , spiega, «che noi rispetto alle proposte e alle idee di De Vito, che   comunque sarà un consigliere comunale di questa assemblea, manterremo  la massima attenzione, anche se sapevamo  bene per statuto non si può e non si vuole schierare».  Stando a sentire Marino, invece, Movimento a 5 stelle e Partito democratico sono praticamente gemelli siamesi separati alla nascita. Per il  candidato De Vito massimo «rispetto, non solo adesso che sono al ballottaggio», fa sapere il candidato del centrosinistra. Lui, Marino, ha «sempre   riconosciuto, che alcuni dei temi portati avanti dal Movimento 5   stelle, sono i nostri. Ad esempio il referendum di indirizzo, uno dei   temi che proposi quando mi candidai alla segreteria del Pd nel 2009,  quindi molti anni fa. E cioè dare la possibilità ai cittadini di   prendere delle decisioni strategiche».  Non solo. Ammette persino di essersi impossessato di uno slogan di De Vito «l'onestà andrà di moda in Campidoglio». Perché il candidato del centrosinistra ha studiato con «con molta attenzione la questione del bilancio del Comune», tirata fuori da De Vito.  «Sono temi  che sono importanti non per le persone, ma per una sana   amministrazione», chiosa Marino. Poi, come fosse il maestro Manzi, ricorda ai telespettatori di “Agorà”, trasmissione di Rai Tre di cui era ospite ieri mattina, che «Roma», pensate, «è la Capitale d'Italia». E quindi «dobbiamo tornare a   essere orgogliosi di questa città. Quindi grande rispetto agli   elettori del Movimento 5 stelle per i temi che portano avanti». Peccato però per quella latente aggressività di Beppe Grillo. «Non mi riconosco con i modi a volte  violenti», chiarisce l'ex senatore, «perchè sono lontani dal mio modo d'essere.   Ma i contenuti sono molto rilevanti e vanno assolutamente assunti come  importanti». Insomma Parigi “val bene una messa”.  Messi i grillini da parte, Alemanno lancia su Facebook un “filo diretto con i cittadini”, una piattaforma di scambio su  vari temi. «Oggi abbiamo discusso il tema della sicurezza», spiega in un   post Alemanno. «Ringrazio tutti i partecipanti a questo confronto   diretto. Farò tesoro delle vostre proposte e delle vostre lamentele».  Per quanto riguarda il tema sicurezza Alemanno garantisce: «Noi ci siamo   seriamente impegnati sul fronte della sicurezza raggiungendo importanti risultati: la riduzione dei reati del 14% dal 2007 a oggi», conclude, «tuttavia dobbiamo fare di più e faremo di più. Sul fronte dell'emergenza criminalità organizzata, serve una risposta dello   Stato». E annuncia un «prossimo incontro» con il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Anche Marino punta sulla sicurezza e propone una razionalizzazione delle spese. «Ci sono 29 commissariati che pagano 14 milioni all'anno di   affitto a privati. Il Comune ha degli spazi vicino a questi   commissariati», spiega Marino, «Se sarò eletto sindaco, dirò al   ministro dell'Interno: io ti do gli spazi, non li paghi, risparmi 70   milioni di euro nei prossimi 5 anni, però mi dai 40 volanti in più. Il che significa, 70 di giorno e 60 di notte».  Poi torna sui tre omicidi che martedì hanno sconvolto la Capitale e i dintorni. «Roma», incalza Marino, «ha visto   tre esecuzioni capitali. Il sindaco uscente aveva garantito una città sicura». Per amore di cronaca va detto che solo uno dei tre omicidi è accaduto a Roma. Gli altri due erano uno a Focene, comune di Fiumicino e l'altro ad Anzio, che fa a Comune a sé e che dista più di 50 chilometri dalla Capitale.  di Chiara Pellegrini       

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