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Rodotà, Civati, Barca, Emiliano, Sel e buona parte del M5s: ecco il nuovo trans-partito della sinistra che terrorizza Grillo

Con l'attacco di ieri al costituzionalista, il guru dei cinque stelle ha cercato di contenere l'emorragia di parlamentari. Ma ormai il progetto è partito...
di Sebastiano Solano venerdì 31 maggio 2013

Fabrizio Barca

2' di lettura

Il motivo della sfuriata di Beppe Grillo contro Stefano Rodotà lo ha spiegato lo stesso comico genovese oggi nel suo blog: "Non per questo posso assistere impassibile alla costruzione di un polo di sinistra che ha come obiettivo la divisione del M5S in cui lui si è posto, volente o nolente, informato o meno, come punto di riferimento. Il M5S non è nato per diventare il Soccorso Rosso di Vendola e Civati, di Delrio o di Crocetta".  Il transpartito di sinistra - Stavolta quelle di Grillo non sono accuse campate in aria. A Grillo il Movimento sta sfuggendo di mano, e non solo per il tracollo nei sondaggi o per la recente debacle alle amminsitrative, ma sopratttuto perché i suoi ormai non lo sopportano più. Sono stufi delle sue intemerate, dei suoi attacchi a tutto a tutti, dell'isolazionismo politico a cui li ha condotti, condannandoli all'irrilevanza politica. Quindi si guardano intorno, a sinistra per la precisione: a Sel, alla Fiom, alla corrente del Pd che fa a capo a Pippo Civati, a Fabrizio Barca, ai sindaci Michele Emiliano e Luigi De De Magistris, al goverantore siciliano Rosario Crocetta e all'europarlamentare Sonia Alfano. Una sorta di transpartito che unisce tutte le anime di sinistra presenti nelle varie istituzioni, le cui basi sono state gettate da Civati ad inizio legislatura e che ha preso forma nella manifestazione organizzata dalla rivista di sinistra Left a fine aprile.  Il programma - La piattaforma coincide, per certi versi, con quella del M5s: abolizione dei rimborsi elettorali, ineleggibilità, leggi anticorruzione, lotta al dominio della Germania in Europa. Temi su cui discutere, dibattere, confrontarsi. A differenza di quanto succede oggi nel M5s, dove è Grillo, e solo lui, a dettare la linea e chi non è lui è fuori. Prima denigrato, poi espulso. Proprio come nel caso di Rodotà ieri e di Milena Gabanelli prima, esaltato come l'ultimo baluardo della democrazia e subito silurato appena ha accennato a qualche critica.  La fronda dei cinque stelle - A guidare la fronda grillina c'è invece Adriano Zaccagnini, che da tempo va predicando il dialogo con una parte del Pd e che anche ieri, dopo l'attacco di Grillo, ha difeso Rodotà. Ma gli eretici, i traditori, sono molti di più. Circa un quarantina, forse di più. La costruzione di questo movimento trasversale corre su whatsapp, dove, rivela La Stampa, i deputati grillini a confrontarsi con gli altri pezzi di questo partito trasversale sono 69 su 109. Il fulcro di tutta l'operazione, ovviamente, è Stefano Rodotà, uomo simbolo della lotta alle trame partitocratiche che hanno portato alla rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale e alla nomina di Enrico Letta a premier del governo di larghe intese. Da qui, l'attacco di Grillo al costituzionalista, che ha cercato così, con un estremo e inutile tentativo, di richiamare all'ordine di scuderia i suoi. L'effetto è stato però opposto a quello desiderato: ad abbandonare la nave in tempesta saranno in molti. E a breve, molto a breve. 

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