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Governo, solo due ministri hanno fatto il militare

L'insediamento del governo Letta

Zanonato e Mauro sono gli unici sull'attenti. Tra fisico cagionevole, miopia, famiglia e obiettori gli altri 15 hanno "disertato"

Eleonora Tesconi
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Un governo militesente. All'esecutivo la naia non piace. Lo ho messo nero su bianco il settimanale Oggi, che ha chiesto ai titolari dei dicasteri del governo Letta in che modo hanno dato il loro "contributo alla patria" (che non è più obbligatorio dal 1° gennaio 2005). Dal servizio è emerso che su quindici ministri soltanto due hanno assolto i loro doveri militari. Sono Flavio Zanonato (Sviluppo economico) e Mario Mauro (Difesa). Il primo ha fatto il Car a Belluno e a Treviso, l'altro fu Caporal Maggiore di fanteria nel reggimento Col di Lana. Ma gli altri ministri, chi per un motivo e chi per l'altro, non hanno svolto il servizio militare. Il motivo? Fisico cagionevole, impegni familiari, miopie ed impedimenti vari li hanno tenuti lontano dalla naia.  E gli altri?  Iniziamo la rassegna con il premier Enrico Letta, riformato per una forte miopia, sette gradi e mezzo, che poi, spiega, "ho cercato di correggere con un'operazione, senza riuscirci". Scartati per questioni fisiche Carlo Triglia e Massimo Bray. Quindi Angelino Alfano, vicepremier e titolare dell'Interno, esentato dalla leva perché già consigliere comunale, una carica che ha ricoperto subito dopo la laurea. Niente leva anche per Graziano Delrio, poiché già padre di famiglia con due figli a carico. Ci sono poi tre obiettori di coscienza, Maurizio Lupi, Andrea Orlando e Gaetano Quagliarello. Niente naja nemmeno per Fabrizio Saccomanni, Enrico Giovannini e Gaetano D'Alia. C'è poi il caso embleatico di Dario Franceschini: era già consigliere Dc da due anni a Ferrara, la legge gli consentiva di svolgere il servizio militare vicino casa. Arruolato nell'artiglieria contraerea, svolse il servizio come centralinista nel distretto della sua zona di residenza. 

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