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Berlusconi: "Se mi condannano il governo non cade". Ma nel Pd è guerra

Summit a Palazzo Grazioli con Gianni Letta e Confalonieri: "Il problema sono i democratici". Finora solo Civati chiede lo strappo. Ma Renzi...

Giulio Bucchi
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Per ora, quella di Pippo Civati è posizione minoritaria all'interno del Pd. O meglio, finora il deputato "controcorrente" è stato l'unico dei democratici ad esporsi e sostenere che "se Silvio Berlusconi sarà condannato, il Pd dovrà staccare la spina al governo". I maldipancia, a sinistra, sono tanti: "Non possiamo stare al governo con un partito il cui leader è condannato per frode fiscale - ha riflettuto Civati in un'intervista sul Quotidiano nazionale -. Un conto è difendere la governabilità, un conto giustificare tutto quanto, lasciando cadere il senso delle nostre battaglie. La tentazione "sfascista" del Pd - I problemi giudiziari sono un fatto grave, sotto il profilo istituzionale, non una questione da esorcizzare". Il guaio, per Civati, è che Letta, Franceschini, lo stesso segretario Epifani stanno cercando di blindare l'esecutivo comunque vada il processo Mediaset. La speranza è che la Cassazione rinvii la patata bollente, in ogni senso, per non creare ulteriori turbolenze in un partito già spaccato sul fronte interno, in vista del prossimo Congresso. Lo dimostrano anche gli imbarazzi per la presunta telefonata di solidarietà tra Matteo Renzi e lo stesso Berlusconi, smentita però dallo staff del rottamatore. "Spero che ti assolvano", Matteo, non l'avrebbe mai detto. E' però verosimile che dal fronte del Pdl si siano infomati proprio con il sindaco di Firenze: "Se condannano Berlusconi, fai cadere il governo?". Interrogativo legittimo, viste le pressioni esercitate dai renziani su Palazzo Chigi già ai tempi del caso Ablyazov. Renzi ha sempre detto che preferisce sfidare e battere il Cavaliere alle urne, ma è chiaro un Silvio fuori gioco per interdizione e un Letta ko per implosione la strada da premier per lui si spianerebbe all'improvviso. E la tentazione potrebbe essere fatale... Berlusconi: "Il governo non deve cadere" - D'altronde l'obiettivo politico di Berlusconi, in queste ore di tensione e ritiro a Palazzo Grazioli, è chiaro: non prestare il fianco alla sinistra, tenere saldo il governo e far sì che sia proprio il Pd, semmai, a far saltare il banco prendendosi la responsabilità di una scelta "irresponsabile". Tant'è vero che è stato proprio il Cav a placare gli animi dei falchi azzurri, Daniela Santanchè in testa, che volevano organizzare per oggi pomeriggio una manifestazione fuori dal Palazzaccio della Cassazione. Repubblica parla di un "summit segreto" nella casa romana dell'ex premier con i suoi bracci destri, Gianni Letta e Fedele Confalonieri: "Qui dobbiamo misurare ogni passo non in funzione della mia sola persona, ma guardando al governo del Paese. Per quanto mi riguarda, ho detto e ripetuto che il governo, anche se dovessi essere condannato, resterà in piedi", sono le parole di Berlusconi riferite dal quotidiano di Ezio Mauro. Berlusconi sarebbe però "poco convinto" che il Pd resista alla bomba della sentenza. La strategia, messa a punto anche con l'avvocato Franco Coppi, però non cambia: toni bassi, per favorire un esito positivo del processo e blindare le larghe intese. "Non può cadere il governo", ripetono in cordo Letta Senior e Fidel. Ma questo è il prima. Questa sera, a sentenza ufficiale, potrebbero cambiare molte cose.

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