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Ecco cosa dirà Berlusconi in Senato,...il discorso glielo scrive Grillo

Il leader del M5S anticipa il Cav e gli prepara il testo da leggere in Aula in caso di dimissioni: "Se sono io colpevole allora lo è di più il Pd che mi ha appoggiato sempre"

Ignazio Stagno
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Beppe Grillo non st più nella pelle: vuole vedere il Cav fuori dai giochi e soprattutto fuori dal Senato. Così per accelerare i tempi, come il piccolo scrivano fiorentino, prende blog e penna e scrive per conto del Cav il discorso per le sue eventuali dimissioni da palazzo Madama. Il discorso del "Grillusconi" è un attacco feroce verso il Pd, reo, a suo dire, di aver prestato il fianoc in questi ultimi vent'ann i alle politiche e alle leggi varate dai governi di Berlusconi.  Il discorso - Ecco cosa scrive Grillo nei panni di Silvio: "Cari, carissimi (quanto mi siete costati) parlamentari, se oggi sono qui è per mandarvi a fanculo. Certo, non è un linguaggio che mi appartiene, io, abituato alle cene eleganti, però esprime dal cuore quello che penso di voi. Se io sono un delinquente voi siete i servi di questo delinquente, i suoi soci in affari, i suoi dipendenti. Mi rivolgo soprattutto ai banchi della sinistra che mi è stata vicina in tutti questi anni con l'approvazione delle leggi vergogna, dell'indulto, dello Scudo Fiscale. Quanti bei ricordi assieme. E la scorpacciata del Monte dei Paschi? Indimenticabile. E ora vi voltate dall'altra parte, compreso Enrico Letta che spese parole di miele per me invitando a votarmi al posto del M5S (in verità le spese anche per Andreotti e per Monti, è un ragazzo volubile...). Lui che deve tutto a suo zio che a sua volta deve tutto a me". Bordate al Pd - Poi arriva l'affondo sul Pd. E per attaccare i dem, Grillo mette in bocca al Cav quelle parole che Craxi pronunciò in parlamento durante lo scandalo di Tangentopoli: "Se io sono colpevole - prosegue il Berlusconi visto da Grillo - voi siete colpevoli di avermi tollerato, coperto, aiutato in ogni modo sapendo perfettamente chi ero. Non mi sono mai nascosto, al contrario di voi. Finocchiaro, D'Alema, Violante dove siete? Non potete lasciarmi solo. Potrei essere indotto, più dalla rabbia che dalla disperazione, a rivelare la storia di questi vent'anni agli italiani intontiti dalle televisioni che voi graziosamente mi avete regalato. Senza di me voi non sareste mai esistiti. Senza di voi, che avete ignorato per me qualunque conflitto di interessi, io non sarei mai esistito o forse avrei accompagnato il mio sodale a Hammamet. Siamo legati come gemelli dalla nascita. E ora mi lasciate solo, ai domiciliari o ai servizi sociali per una semplice frode fiscale? A fanculo, dovete andare. Io non sono certo peggio di voi. I padroni, anche i più ributtanti, sono sempre migliori dei loro servi!". (I.S.)

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