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Pdl, terminato vertice ad Arcore con Berlusconi: "Decadenza impensabile"

Alfano: "Far decadere il Cavaliere da senatore è costituzionalmente inaccettabile. Va garantita la rappresentanza dei nostri elettori"

Giulio Bucchi
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E' terminato dopo oltre 4 ore il vertice Pdl a Villa San Martino, un confronto serrato tra Silvio Berlusconi, i falchi e le colombe. E l'aria che si respira ad Arcore, al termine del summit, è quella di un partito chiuso a riccio a difesa del suo leader: "La decadenza di Berlusconi è impensabile e costituzionalmente inaccettabile", recita la nota ufficiale del segretario Alfano. Letta e Pd sono avvertiti. Sarà comunque Berlusconi a decidere quale sarà la prossima mossa, dopo una notte, la prossima, di riflessione. Tutti col Cav - Si è parlato di crisi di governo, agibilità politica del Cavaliere, servizi sociali, decadenza e amnistia. Al tavolo, seduti intorno all'ex premier, c'erano tutti i papaveri azzurri: il vicepremier e segretario Angelino Alfano, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi (i due più strenui difensori della strategia del dialogo), i capigruppo Renato Brunetta e Renato Schifani, e l'ala dura rappresentata tra gli alti da Daniela Santanchè e Maurizio Gasparri. "Parlerà Alfano", ha dichiarato Sandro Bondi. E Alfano ha parlato, dopo pochi minuti: "La decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore è impensabile e costituzionalmente inaccettabile". Praticamente, una dichiarazione di guerra alla sinistra. A meno che, tra Letta i governisti del Pd, non si faccia strada l'idea di un ricorso alla Consulta per l'incostituzionalità della legge Severino che potrebbe allungare i tempi e segnare una tregua con il centrodestra. "Pdl a fianco di Silvio" - "Il Popolo della Libertà è come sempre unito, compatto e deciso, a fianco del suo presidente Silvio Berlusconi, a cui è molto legato da indissolubili vincoli di affetto e di condivisione politica", spiega Alfano, che ribadisce come l'agibilità politica dell'ex premier sia la premessa per ogni ragionamento successivo. "Va garantita la rappresentanza degli elettori di Berlusconi - ha chiarito il segretario - . Tutti insieme rivolgeremo alle massime istituzioni della Repubblica, al primo ministro Letta e ai partiti che compongono la maggioranza, parole chiare sulla questione democratica che deve essere affrontata per garantire il diritto alla piena rappresentanza politica e istituzionale dei milioni di elettori che hanno scelto Silvio Berlusconi". In un passaggio successivo, Alfano richiama il governo al "necessario rispetto degli impegni programmatici assunti, a partire dall'abolizione dell'Imu su prima casa e agricoltura. Non c'è più tempo per rinvii e dilazioni". Chi lo legge come una sponda a Letta pecca forse di ottimismo. Perché oltre alla questione decadenza, Alfano e il Pdl pongono ora un'altra clausola al governo, quella delle tasse. La scadenza, in questo caso, è fine agosto. E dunque, se Letta non porta a casa tutta la posta sull'Imu, rischia di cadere ben prima del 9 settembre, giorno del voto in Commissione sulla decadenza del Cavaliere.

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