Diritti tv: Di Pietro, da contadino dico che ricorso a Consulta e' improponibile
Roma, 28 ago. (Adnkronos) - "E' triste e avvilente che si parli e si discuta di un condannato per frode fiscale, ma visto che i politici italiani invece di pensare alla crisi economica si concentrano su tutti i salvacondotti possibili per Berlusconi, non mi sottraggo. Infatti, io rispetto le opinioni di tutti, dico pero' che ragioni di procedura e di merito rendono improponibile il ricorso alla Consulta". E' quanto scrive sul suo blog il presidente onorario dell'Idv, Antonio Di Pietro. "Il Parlamento fa una legge. Se la reputa incostituzionale puo' farne un'altra. E mi sembra assurdo che faccia un conflitto di attribuzione contro se stesso. Cambiando le norme invece si assume la responsabilita' davanti al Paese". "Seconda questione: il Parlamento e' un organo legislativo, non e' un giudice, e quindi non puo' sollevare la questione di costituzionalita'. Ma c'e' anche un problema di merito che non puo' essere ignorato. Infatti, esiste l'art 3 della Costituzione: tutti sono uguali davanti alla legge. Esiste anche l'art 54 della Carta, che dice: chi amministra la cosa pubblica, chi svolge la funzione pubblica, deve farlo con dignita' e onore. Un condannato, quindi pregiudicato, in via definitiva, non puo' dire: 'devo avere un'agibilita' politica'. Doveva saperlo quando commetteva il reato che poi sarebbe stato condannato e non avrebbe avuto agibilita' politica". "Si dice infine che la legge penale non puo' essere retroattiva. Ma non e' una legge penale, e' una legge elettorale che stabilisce i criteri per essere candidabile. Se uno e' un delinquente, ed e' riconosciuto tale, non puo' essere candidato. Ma non ci vuole Di Pietro per capire questo. Io sono un contadino! Lo dovrebbero capire tutti. Scusate, ma in primis lo dovrebbero capire anche quei milioni di italiani -conclude Di Pietro- che lo hanno votato e che ancora insistono, chiudono gli occhi e continuano a votarlo".