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La strana coppia Tosi- Meloni"Basta col Cav, sfidiamo Renzi"

Alla festa di Atreju il sindaco e l'ex ministro di An lanciano le primarie del centrodestra: «Non discutiamo più dei problemi di Berlusconi, è tempo di aprire il confronto tra di noi»

Matteo Legnani
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Nel giorno in cui Matteo Renzi fa cadere la maschera, ammesso che l'abbia mai indossata davvero, sulle sue reali intenzioni, la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, e il sindaco di Verona, Flavio Tosi, fanno altrettanto, caricando a testa bassa il presidente del Consiglio in  carica, Enrico Letta,  il capo dello Stato, Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi, al quale, per l'ennesima volta, non  fanno sconti. Ed è un assalto,  quello dell'ex ministro della Gioventù e del primo cittadino della città scaligera,  che – inevitabilmente - scalda la platea di Atreju,  accorsa ad assistere al confronto fra la deputata e il sindaco, pronti a guidare il nuovo centrodestra, passando però dalle primarie,  vera e democratica soluzione per indicare i leader del futuro. In fondo questa è la meglio gioventù del centrodestra, capace di competere e, perché no, battere Renzi e il renzismo.  "Sono stanca di parlare dei processi di Berlusconi. Non posso non guardare preoccupata all'Italia bloccata attorno al Cavaliere", dice l'esponente di Fdi, "ma non per colpa sua,  bensì per tutti quelli che hanno bisogno di lui: sia nel centrosinistra che nel centrodestra".  Certo, non siamo alla rottamazione, modello Renzi della prima ora, ma di sicuro  a qualcosa che gli assomiglia. "Era evidente che non poteva funzionare",  continua la leader del movimento parlando del governo Letta, "non è che deve cadere, non doveva nascere. Spero che le forze politiche abbiano la dignità di approvare una legge politica che consenta agli italiani di andare a votare. Bisogna mettere la scelta nelle mani degli italiani e dire basta a questo governo voluto  dal Quirinale che per puntellarlo ha nominato 4 senatori a vita".  Insomma, è il momento della svolta. Perché l'immobilismo politico,  i giochi di potere sopra e sotto il caso Berlusconi, non  servono a nessuno. Serve solo poter scegliere coloro che sanno fare e governare. E per farlo occorrono le primarie. "Non è che esiste il partito dei sindaci", spiega Tosi, "esiste solo la percezione da parte degli elettori di chi fa e chi non fa. Ecco perché i primi cittadini godono di questa  popolarità". Ecco perché c'è Renzi da una parte e  la coppia Tosi-Meloni dall'altra. Dunque il futuro è questo? "Di sicuro è una prospettiva", spiega il primo  cittadino di Verona, "che deve passare dalle primarie, uno strumento da usare per tutte le competizioni".  Fra lei e Giorgia? "Fra chi ci sta, fra coloro che hanno voglia di misurarsi con gli elettori. Fra la leader di Fdi e il sottoscritto c'è solo e soltanto un leale antagonismo".  Che non potrà che far bene al centrodestra, al di là del voto dell'aula  del Senato.  Altrimenti l'unica strada possibile è quella che sta tentando Fratelli D'Italia, ovvero correre in proprio, in modo alternativo a Forza Italia.  "Gli errori compiuti  dal centrodestra  sono stati molteplici, a partire dal mancato  radicamento con il territorio", spiega la Meloni, "e poi dobbiamo tornare al valore e al merito delle persone. In questi anni c'è stato un'errata applicazione del concetto di fedeltà". Chiaro il riferimento ai processi interni al Pdl, dove i percorsi seguiti hanno indotto la Meloni a mettersi in proprio, con Fabio Rampelli, Ignazio La Russa e Guido Crosetto. Ed è proprio sul tema del merito che il sindaco di Verona dimostra di aver trovato una piena sintonia con la Meloni. "La tanto vituperata prima Repubblica ha costruito questo Paese", dice Tosi, "in questi ultimi vent'anni, la seconda Repubblica rischia di essere la brutta copia della prima. Il voto a Grillo e l'astensione sono la foto di questo fallimento".  Dato il quadro di riferimento, il primo cittadino  della città scaligera offre alla platea di Atreju le tre cose da fare per uscire dalla palude. "In politica deve tornare il merito. L'elezione dei sindaci funziona perché i cittadini scelgono", dice Tosi, "per il Parlamento invece la legge elettorale, il porcellum, è sbagliato". E poi ci sono i capitoli del federalismo «che in altri paesi funziona benissimo" e della Costituzione. "Se non si cambia la Carta", afferma l'esponente della Lega, "questo Paese non cambia. Bisogna modificarla per rendere l'Italia governabile". A provare a mettere un freno a questa accelerazione  alla creazione di un polo alternativo a Forza Italia, perché già questo è l'orizzonte  del partito di Berlusconi, ci prova Raffaele Fitto. "Il futuro del centrodestra sarà una questione da affrontare nel momento in cui Berlusconi non sarà più il leader del Pdl, fino ad allora parliamo solo di ipotesi". E fra le ipotesi l'esponente azzurro  non scarta affatto le primarie, alle quali potrebbe partecipare. "Sono abituato alle campagne elettorali".  Nel frattempo, però, incombe il presente. "La caduta del governo Letta è legata anche alla tenuta del centrodestra", afferma l'ex ministro, "è una partita non solo per Berlusconi, ma per tutto il Paese. Qui è in gioco il rispetto del ruolo del Parlamento. Il tentativo di adottare il voto palese, ha come obiettivo quello di eliminare politicamente Berlusconi". di Enrico Paoli

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