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L'Istat smentisce lo Ius soli: nel 2016 oltre 180mila stranieri sono diventati italiani

Zaccardi Michele
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Nel 2016 184.638 stranieri non comunitari hanno acquistato la cittadinanza italiana. Di questi il 51,3% (95mila) ha meno di trent'anni. Mentre nel 2011 sono state meno di 50mila le cittadinanze riconosciute. Questi dati fanno riflettere. Innanzitutto perché si scopre che anche senza Ius soli si può diventare italiani. Infatti nel 2016 dei nuovi italiani, oltre 61mila sono nati in Italia, senza quindi aver vissuto sulla propria pelle l'esperienza migratoria. La maggior parte ha ricevuto la cittadinanza per trasmissione dai genitori o, una volta compiuti i 18 anni, l'ha richiesta. In totale, tra il 2012 e il 2016, oltre 541mila cittadini provenienti da paesi fuori dall'Unione europea sono diventati italiani.  Per quanto riguarda i permessi di soggiorno, il 2016 (226mila nuovi permessi) registra un calo del 5% sull'anno precedente, dovuto principalmente alla diminuzione delle richieste per motivi di lavoro (meno 41%). Crescono parallelamente i permessi per rifugiati (asilo politico e protezione internazionale) a quota 78mila (+34% sul 2015). I dati Istat confermano la posizione dell'Italia come un Paese di transito: solo il 53.4% dei migranti arrivati dal 2012 è ancora presente nel nostro Paese. Il tema dei flussi migratori è stato affrontato dal ministro dell'Interno, Marco Minniti, davanti alla Commissione Shengen. Minniti ha snocciolato i dati sugli sbarchi, sottolineando la riduzione degli arrivi del 25.7% sul 2016. Nonostante i dati incoraggianti, impensierisce il cambiamento delle rotte, la cui crescita "impetuosa", secondo il Ministro, testimonierebbe un processo di riorganizzazione del traffico di esseri umani. Tappata una falla, se ne aprono altre. La rotta tunisina, in crescita del 200%, quella dall'Algeria (+100%) e quella turca (+63%). 

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