Walter Veltroni, "vaffanbanche" a Matteo Renzi: "Mozione contro Ignazio Visco incomprensibile e ingiustificabile"
L'attacco del Pd al governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, è "un atto incomprensibile e ingiustificabile". Così Walter Veltroni, ex segretario dem. A far scoppiare l'incendio all'interno della maggioranza è stata la mozione, firmata dai deputati Pd, nella quale si chiede al governo di non confermare l'attuale presidente di Bankitalia a causa delle sue gravi responsabilità nella vigilanza sul sistema bancario, che tanto ha fatto dannare l'esecutivo guidato da Gentiloni, tra Montepaschi e le banche venete (Veneto Banca e Pop Vicenza). Veltroni, intervistato dall'Ansa, sottolinea il ruolo della Banca centrale come "patrimonio di indipendenza e di autonomia per l'intero paese", ruolo che non può essere soggetto a calcoli politici. Una piccola impresa, quella di Renzi: pochi giorni dopo aver "ricucito" con Veltroni, a causa della mossa sulle banche, è riuscito a farsi prendere a male parole dallos tesso. In casa Pd Veltroni non è l'unico a manifestare fastidio. "E' necessario fare chiarezza nel gruppo Pd della Camera su quanto accaduto ieri su Bankitalia" dichiara Andrea Martella, coordinatore dell'area Orlando, chiedendo un confronto aperto in un'assemblea di gruppo. Intanto Matteo Renzi detta in modo categorico la linea ai suoi: "Già abbiamo detto quello che avevamo da dire. Deve rimanere agli atti che il Pd non si assume alcuna responsabilità sulla conferma del Governatore Ignazio Visco". La mossa dei dem assomiglia a un maldestro tentativo di smarcarsi dalla questione bancaria, nella quale è coinvolta, sia pur indirettamente, Maria Elena Boschi, l'immagine simbolo del rinnovamento renziano. Insomma una mossa elettorale per non far percepire il Pd come il partito delle banche e far ricadere le responsabilità dei crac degli istituti toscani (Etruria in particolare) sugli organi di vigilanza, Palazzo Koch in primis e poi, perché no, Consob. Dal canto suo Renzi se ne lava le mani. "La scelta sul governatore è dell'esecutivo, e noi la accetteremo qualunque sia, ma non potevamo non dare un giudizio su questi anni". L'importante, per il segretario dem, è che il Pd non ne rimanga invischiato, scoprendo il fianco ad attacchi in campagna elettorale.