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Silvio Berlusconi pensa al Gentiloni-bis: "Stallo post-voto? Resti lui"

Eliana Giusto
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Il centrodestra vincerà, giura Silvio Berlusconi. «Lo dico perché abbiamo fatto fare analisi approfondite». Ma nel malaugurato caso in cui non succedesse, Forza Italia non farà un governo con il Pd. A quel punto meglio resti in carica Paolo Gentiloni. E poi si rivota. «La soluzione più corretta, se non ci fosse maggioranza dopo voto, sarebbe continuare con questo governo e consentire un' altra campagna elettorale non brevissima per far conoscere le posizioni di ciascun partito e gli uomini per realizzarle». In un Tempio di Adriano gremito per la presentazione del libro di Bruno Vespa, "Soli al Comando", l' ex Cavaliere (intervistato anche da Antonio Polito) fa il punto sul prossimo futuro: governo, alleati, programma elettorale. Per Berlusconi, nel caso di stallo, servirebbe una campagna elettorale di «almeno 3 mesi». Poi si vota di nuovo. «Perché non siamo come in Germania». Qui «la sinistra è ancora troppo di sinistra per avere un rapporto di collaborazione con la destra democratica». Per questo «io ho sempre escluso la possibilità di una collaborazione con il Pd». Ma il piano A, il più verosimile, è che il centrodestra vinca. «Già ora siamo dieci punti avanti». Forza Italia? «Arriverà al 30%». Si comincia partendo dal libro. «Bellissimo, il tuo migliore! Io penso di regalarne 110». Nell' ultima fatica di Vespa, dice Berlusconi, si parla di dittatori. «Hitler, Stalin, Mussolini. Anche se Mussolini non era proprio un dittatore». Il leader della storia da cui si sente più affascinato è da sempre Churchill, confessa. Si passa all' attualità. Legge elettorale: non è la migliore, ma si tratta di una riforma «che tiene conto della situazione italiana». Un contesto segnato dal fatto che in grande parte degli italiani c' è «un disgusto profondo per questi politici». Vedi l' astensionismo nelle elezioni siciliane. «Quando si supera in astensionismo la metà degli elettori non è più una democrazia». PRONTI AL DIALOGO Quindi, gli alleati. Si dice certo che sarà molto più facile, questa volta, fare un programma insieme. Matteo Salvini? «Si propone alla gente in modo forse a volte troppo aggressivo, ma quando ci si siede al tavolo è persona molto ragionevole, disposto anche a cambiare opinione». Con questa legge, comunque, «non ci sono alternative a una vittoria del centrodestra». Porte chiuse, invece, ad Angelino Alfano. Quanto ai suoi che vogliono sostenere il centrodestra, «vediamo quali saranno ma su di loro pesa la decisione di aver sostenuto un governo di centrosinistra». Non avranno accoglienza in Forza Italia, ma potranno fare una lista alleata. Salva però Maurizio Lupi: «Perbene, gentile, ragionevole». Ma «dovrà spiegare a se stesso e agli altri perché ha preso la decisione di sostenere un governo di centrosinistra». Si torna sul passato, alla rottura del patto del Nazareno. Berlusconi ricorda la mattina in cui, «andando in auto, un mio collaboratore sentì che il nome per il presidente della Repubblica era l' attutale». Lì saltò tutto. Racconta la telefonata, alcuni giorni prima, con D' Alema. «Un amico me lo passò al telefono. Mi chiede semplicemente: è vero che sareste disposti a votare Amato come presidente della Repubblica? Io risposi sì. Nel pomeriggio andai a Palazzo Chigi e dissi a Renzi esattamente di questa conversazione. Non ci fu da parte sua nessun commento». Si torna al presente e alle liste che presto dovranno essere fatte. «Il nostro partito si deve rinnovare profondamente». Dunque, molti degli attuali parlamentari non saranno ricandidati e del resto «hanno manifestato la loro intenzione di non ricandidarsi». Punta alla società civile, a protagonisti del mondo dell' impresa e delle professioni. Per cambiare l' Italia serve una «profonda, scientifica riorganizzazione». TASSE E IDEE Quanto al programma, si punta alla flat tax: serve una rivoluzione fiscale per risolvere i problemi di famiglie e imprese. Il competitor di Fi, comunque, è il M5S. Non mancano gli aneddoti. Come quando a un G8 regalò cravatte ai grandi della terra. Il giorno dopo vide scendere dalle scale Tony Blair, Vladimir Putin e George Busch, tutti con le sue cravatte. «Chiesi al traduttore come si diceva: "finalmente vi siete dati una ripulita!". E Blair mi disse: "Io finisco fra un anno e due mesi, lui fra un anno, lui fra due, se sei un amico ci devi assumere in una società del tuo gruppo!"». Infine l' emergenza migranti. «Come mangiano? Mangiano delinquendo. La prova è che la polizia quando va nelle case dove ci sono stati furti trova come prima cosa il frigo svuotato». Perciò serve che l' Europa faccia un grande piano Marshall, stipulando accordi con i Paesi dell' Africa. di Elisa Calessi

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