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Pd, l'ordine di Renzi ai suoi: "Niente scontri diretti in tv con quelli lì"

Giulio Bucchi
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Niente sfide dirette in tv. Il diktat del Nazareno ai suoi uomini (e ai conduttori di talk politici) è chiaro: dove ci saranno candidati ed esponenti di Liberi e Uguali, non ci saranno quelli del Pd. La scelta, spiega il Corriere della Sera, non è dettata da risentimento ma dall'esatto opposto: dal tentativo, cioè, di non creare polemiche e frizioni con il gruppo alla sinistra dei dem. Ufficialmente, spiegano fonti del partito di Matteo Renzi, perché "il vero avversario elettorale sono centrodestra e Movimento 5 Stelle", ma forse anche perché mantenere rapporti urbani con chi, dopo il voto, potrebbe diventare un partner fondamentale (anche sul  medio periodo, magari in un era post-Renzi), è la cosa più saggia. La terza lettura, più maliziosa, si rifà però a una lezione mandata a memoria da ogni politico: mai prestare il fianco a chi insegue nei sondaggi. E così il Pd, in emorragia cronica di voti ma ancora davanti a LeU, non ha alcun interesse a favorire la rimonta interna di Piero Grasso, Bersani e compagnia.

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