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Silvio Berlusconi, così Salvini è stato costretto a candidare Umberto Bossi

Giovanni Ruggiero
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In pochi avrebbero scommesso sul nome di Umberto Bossi nelle liste della Lega alle prossime elezioni politiche. Alla fine però il Senatùr l'ha spuntata, o meglio a Matteo Salvini non è rimasta altra possibilità se non quella di candidarlo ed evitare un altro colpo da fuoco amico. La decisione del leader del Carroccio, scrive la Stampa, trova una spiegazione logica innanzitutto considerando l'accordo stretto nel centrodestra su come sarà scelto il premier. Secondo il patto tra Salvini, Meloni e Berlusconi potrà andare a Palazzo Chigi il leader del partito che otterrà più voti all'interno della coalizione. Sondaggi alla mano, a giocarsi quella poltrona sono Lega e Forza Italia, per questo negli ultimi giorni ogni scelta sui candidati rischia di valere doppio in perdita e in guadagno. Leggi anche: Occhio al ricorso di Umberto Bossi: così può togliere la Lega a Salvini Nel mezzo si inserisce lo scontro, tutto interno alla Lega, tra la maggioranza salviniana e i fedelissimi di Roberto Maroni. Di questi finora non ne è comparso neanche uno nelle liste leghiste, così i responsabili di Forza Italia ne hanno approfittato per dare asilo ai primi transfughi, come per esempio Isabella Votino, storica portavoce di Maroni. Dopo di lei, potrebbero seguirne l'esempio altri leghisti, di certo stava per farlo lo stesso Bossi, che aveva già un accordo di massima con Berlusconi per un'eventuale candidatura nelle liste azzurre. A quel punto Salvini non avrebbe avuto altra scelta, decidendo di accontentare il Senatùr con un collegio al Senato in quota Lega.

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