Silvio Berlusconi, parla il giudice con cui vogliono infangarlo: "Mi attaccano per una foto"
La bufera scoppiata all'interno di Forza Italia si arricchisce di un nuovo capitolo, dopo lo scontro a distanza sulle liste "taroccate" scoppiato tra Nunzia De Girolamo e Mara Carfagna. Un altro caso riguarda il deputato uscente Luigi Cesaro, obiettivo di accuse incrociate perché candidato in Campania, nonostante indagato dalla procura di Napoli per voto di scambio. Leggi anche: De Girolamo, la bomba su Forza Italia: "Le liste cambiate nella notte", scoppia un putiferio A colpire il parlamentare azzurro è una vicenda che coinvolge i suoi fratelli che, come riporta Repubblica con tanto di foto, avrebbero partecipato a una convention di Forza Italia lo scorso ottobre dove avrebbero incontrato il giudice Giuseppe Cioffi. Lo stesso Cioffi che è chiamato a giudicare i fratelli Aniello e Raffaele Cesaro, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Lui stesso sarebbe anche stato a un passo dalla candidatura con Forza Italia ormai dieci anni fa. Leggi anche: Bisignani sul caos Forza Italia in Campania: "Vi dico io chi meritava di più" Dopo le prima pubblicazioni di stampa, Cioffi ha però smentito categoricamente la sua presenza all'incontro forzista: "Non ho mai preso parte alla convention - ha detto all'Ansa - mi sono solo trovato il giorno dopo a prendere un caffè con alcuni amici presso il bar dell'albergo dove si era tenuto il meeting, con le bandiere del partito che ancora non erano state rimosse". Intanto il Consiglio superiore della magistratura ha aperto una pratica sul giudice. Un enorme polverone con un grande sospetto di strumentalizzazione politica, stando a leggere le dichiarazioni di Cioffi al Corriere della sera: "Il processo che riguarda vicende gravissime - ha detto - è arrivato sulla mia scrivania due mesi e mezzo dopo quello scatto. E gli impuntati non sono politici". A chi gli chiede se farsi vedere in compagnia di politici sia stato incauto, Cioffi risponde secco: "Sono stato a lungo consulente della commissione parlamentare Antimafia e come tale ho conosciuto politici che ne hanno fatto parte, di diversi credo. Alcuni sono diventati miei amici. La foto - conclude - non dice ciò che è veramente accaduto. È stata estrapolata per attaccare me e la magistratura".