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Matteo Salvini, la minaccia di morte dagli antifascisti: "Occhio, stavolta spariamo noi"

Giulio Bucchi
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Minacce di morte a Matteo Salvini. L' altro giorno a Umbertide, Perugia, striscione dei centri sociali: "Occhio Salvini, stavolta spariamo noi". Un riferimento al pistolero di Macerata, Luca Traini, che sabato scorso ha fatto fuoco contro i migranti. Altri manifesti sono spuntati altrove. Leggi anche: "Salvini razzista? Vi spiego perché dovete ringraziarlo...", Feltri memorabile L' ufficio stampa del Carroccio ha diffuso la foto di un lenzuolo con scritto "La mano di Traini, la mente di Salvini". È stato appeso in Liguria, durante il tour del leader leghista. Il suo staff accusa: «C' è indignazione per lo striscione infame con le minacce di morte esposto in Umbria, ma anche preoccupazione non per le intimidazioni ma per il silenzio di politici e media. Forse le minacce a Salvini e alla Lega sono meno violente di quelle, sempre inaccettabili, fatte ad altri?». E poi: «C' è comunque la certezza che, al di là della diversa appartenenza politica, il ministro Minniti farà trovare i responsabili del gesto velocemente, come accade ogni volta che a essere attaccata è il presidente della Camera Laura Boldrini». Il Carroccio si riferisce all' operazione della polizia postale che in un amen - settimana scorsa - ha individuato l' ideatore di un fotomontaggio con la Boldrini decapitata. Su Facebook, pochi mesi fa, anche Salvini era finito nel mirino degli odiatori. Con un fotomontaggio in cui era piazzato al posto di Aldo Moro, ostaggio delle Br. Non è la prima volta che attorno al leader leghista tira una brutta aria. In ordine sparso. Nel 2014, a Torino, spunta un suo manichino appeso a testa in giù. Opera degli «antifascisti». Gli stessi che nel novembre 2015 provarono a sabotare la linea ferroviaria per impedire l' arrivo dei treni per la manifestazione leghista di Bologna. Proprio nella città emiliana, la macchina di Salvini viene circondata e danneggiata dai centri sociali (novembre 2014), con tanto di vetri mandati in frantumi. Poco dopo, i centri sociali aggrediscono un cronista del Resto del Carlino, rompendogli il polso. Pensate cosa sarebbe successo, se la violenza fosse stata dell' estrema destra. Gli antifascisti bolognesi hanno anche fatto irruzione in una libreria del centro per strappare alcune copie del libro di Salvini (maggio 2016). Alla vigilia delle ultime regionali, soprattutto in Toscana e Liguria, Salvini era accolto da contromanifestazioni a base di sassi, uova e sputi. Non si contano le sedi o le bacheche di partito danneggiate. In tutta Italia. Singolare quanto successo a Bergamo: nel luglio 2016, tre tizi imbrattano le vetrate del Carroccio con della vernice rossa. Uno di loro è stato identificato. Ma poi il pm - dicembre 2017 - chiede l' archiviazione per «tenuità del gesto». «Siamo al ridicolo» ringhia il partito. Eppure, il Pd accusa la Lega di «alimentare tensioni» (lo dice Franco Mirabelli), mentre il Carroccio si sente vittima e non carnefice. Salvini minacciato di morte non fa notizia, o quasi. di Matteo Pandini

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