Silvio Berlusconi, lo studio su come voteranno gli italiani: il 4% rischia di farsi annullare il voto
A ogni elezione per il rinnovo del Parlamento c'è un nuovo sistema elettorale da conoscere, una nuova scheda diversa da quella di qualche anno prima, nomi, simboli e crocette da mettere in una sorta di rebus capestro. Il rischio è di fare un pasticcio e rendere nullo il voto, grazie alle complicazioni che solo la politica italiana sa crearsi da sola. La confusione è più che legittima per l'elettore medio, per ogni tipo di votazione c'è un sistema diverso e la consultazione dle 4 marzo non farà eccezione. Se per le elezioni regionali da anni è valido il principio del voto disgiunto, si può votare quindi un candidato presidente e un consigliere di uno schieramento diverso, per il rinnovo del Parlamento questa possibilità non c'è, ma non tutti lo sanno. Anzi, secondo lo studio della Lorien consulting svolto lo scorso 15 febbraio, riportato dal Fatto, almeno il 4% degli italiani con diritto di voto non ha ben capito dove potrà e dove non potrà mettere le crocette sulla scheda. Leggi anche: Il candidato del Cav? La spifferata di Minzolini: c'è già un nome e cognome I dati farebbero venire i capelli bianchi a ogni candidato, la confusione sotto il cielo è vastissima secondo l'ad di Lorien, Elena Melchioni, perché si tratta di una porzione importante dei 47 milioni di aventi diritto al voto: "Di fronte alla scheda elettorale - ha detto - il 68% del nostro campione ha espresso un voto congiunto, quindi corretto, il 4% un voto disgiunto, il 21% non ha votato e l'1% l'ha fatto scegliendo scheda bianca". Il rischio maggiore lo corrono gli elettori di Lazio e Lombardia, dove si voterà non solo per il Parlamento, ma anche per il Consiglio Regionale e il presidente. In quel caso i due sistemi potrebbero creare tanto caos, da aumentare la percentuale di schede annullate, con una penalizzazione per esempio al centrodestra su Roma e dintorni, dove i sondaggi danno la coalizione del Cav a un soffio dalla vittoria.