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Firenze, nella città di Matteo Renzi è panico: "Momentaccio, ma combattiamo"

Eliana Giusto
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"È un momentaccio ma combatteremo". C'è molta apprensione al Teatro dell'Obihall a Firenze per l'arrivo di Matteo Renzi. Andrea Lazzari da Piombino, 66 anni, del direttivo di un circolo Pd, dice a La Stampa "combatteremo", preoccupato però che "i giovani dovrebbero essere più partecipi". In questa sala spettacoli sul Lungarno ci sono gli iscritti e i militanti che ancora lo sostengono convinti: "Matteo è il mio segretario". Leggi anche: Renzi, il segnale della fine del Pd. Comizi separati: dov'erano lui e Gentiloni A Firenze nella chiusura di campagna elettorale nel collegio di Renzi, c'è anche speranza: "Io sono ottimista, voglio sognare Pd primo partito", aggiunge Stefania Ciardi da Borgo San Lorenzo: "Le larghe intese con Berlusconi? Quello che decide il segretario noi lo si appoggia". Anche Ilaria Bonanni, assessore, dice: "Se non ci sarà maggioranza, per forza di cose ci vorranno intese, è da vedere se larghe o larghissime: noi ci rimettiamo al presidente della Repubblica e al segretario". E guai a nominare Paolo Gentiloni come candidato premier: "E su quali basi?", interviene una terza amica. "Gentiloni è stato bravo, certo, ma ha portato avanti le cose fatte da Renzi"

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