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Silvio Berlusconi, il piano D e una voce dal fedelissimo: "Con Silvio nulla è scontato", cosa potrebbe combinare"

Giulio Bucchi
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Dal piano A al piano D. Formare un governo di centrodestra è complicato, mancano i numeri alla Camera e al Senato e così è Ignazio La Russa, presente al vertice con Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni a Palazzo Grazioli, come si è passati a quella che viene definita una "soluzione estrema". Leggi anche: Galli Della Loggia a Libero, "si torna a votare subito e vince Salvini" Piano A: l'obiettivo di Salvini è avere una maggioranza politica, ma mancano i "voti dei volenterosi", grillini e dem in libera uscita. "Il problema è che quei voti mancano", ha spiegato il big di Fratelli d'Italia alla Stampa. Allora si è passati al piano B: provare a smuovere il Pd senza l'indicazione di Salvini premier. Ma il leader della Lega non cede di un passo. Il piano C, subito accantonato, è l'accordo con il solo Movimento 5 Stelle. Ed ecco allora "il peggiore dei piani", il piano D, di fatto una non vittoria: un governo di scopo con tutte le forze politiche per elaborare un'altra legge elettorale e tornare al voto. Ipotesi che però non convince in pieno Berlusconi, timoroso che un ritorno al voto imminente aprirebbe la strada a un plebiscito bulgaro per i 5 Stelle. Da Arcore, sempre secondo la Stampa, uno dei più stretti collaboratori del Cavaliere assicura però che ancora "nulla è scontato" e che ci sarà "una reazione e un rilancio di Forza Italia". L'importante è resistere in Parlamento, andare avanti un altro anno, contando su un exploit alle prossime elezioni europee del 2019, "dove quel 14% delle politiche potrà diventare una percentuale maggiore".

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